Roma, continua la protesta degli studenti: «La dad non è scuola»

Corriere della Sera INTERNO

Sit-in della Rete degli studenti medi in Prefettura: «Vogliamo tornare in classe.

Vogliamo essere inclusi.

C'è una verità: la scuola può riaprire in sicurezza solo se vengono ascoltati coloro che la scuola la vivono, insegnanti, studenti, genitori, personale a.t.a», aggiunge Sicca.

«Nella nostra classe c'è stato un calo di interesse verso lo studio.

Tanti non hanno abbandonato, ma i voti sono calati vertiginosamente — spiga Giulia, 18 anni del liceo Visconti — La dad non è considerabile come scuola, non sta formando noi studenti». (Corriere della Sera)

Su altri giornali

Lo comunica in nota Regione Lombardia dopo aver appreso della decisione del Tar della Lombardia sulla sospensione dell’efficacia dell’ordinanza che prevede la didattica a distanza al 100% per le scuole superiori. (ilSaronno)

RISCHIO ZONA ARANCIONE. Nelle zone cosiddette arancioni le scuole superiori restano in didattica a distanza al 100%. Quindi la stessa capienza sarà rispettata dalle Regioni, la maggior parte, che invece hanno deciso di aspettare per vedere come procede la curva dei contagi. (Il Messaggero)

Possiamo aiutare i nostri figli ad affrontare la didattica a distanza grazie ad alcuni consigli pratici, il primo è ricordare loro che la didattica a distanza è una didattica formale, questo vuol dire che che si devono preparare come se dovessero andare a scuola. (Prima la Valtellina)

Il massimo comune denominatore resta la mancanza di sicurezza nell’esporre i nostri figli alla presenza scolastica, la situazione ci preoccupa ancora molto, perché non ne siamo davvero fuori”. (Positanonews)

Dal 7 all’11 gennaio gli studenti delle superiori sarebbero dovuti rientrare tra i banchi di scuola, almeno così sapevano fino alla fine delle vacanze natalizie. Per loro la chiusura delle strutture e la ripresa in DAD era quasi scontata. (Younipa - il blog dell'Università degli Studi di Palermo)

Bisogna scegliere una metodologia che porti i ragazzi a fruire correttamente della tecnologia ai fini scolastici ma, purtroppo, alcuni insegnanti, nell’emergenza Covid, sono arrivati impreparati. La preoccupazione da avere non è l’anno di scuola perso ma la perdita del coraggio per guardare avanti e sognare un lavoro appagante e non precario”. (Tecnica della Scuola)