Il Nobel Engle: “Negli Usa la recessione è inevitabile. Il contagio toccherà tutto il mondo”
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ROMA – Non è cambiato niente: malgrado il parziale armistizio di mercoledì, la guerra commerciale scatenata da Trump continua a infuriare. Il risultato non potrà che essere una recessione, che comincerà in America e si estenderà con penalizzazioni variabili al resto del mondo». È sfiduciato, Robert Engle. L’economista della New YorkYork University - dove ha fondato il “Volatility Institute” con fili… (la Repubblica)
La notizia riportata su altre testate
Il fenomeno in genere è molto paventato perché in qualche modo altera alcuni principi fondamentali dell'economia fiscale e monetaria, riducendo il campo di azione dei governi e delle Banche centrali. (Investire.biz)
La chiusura rispetto al liberoscambismo, che ha dominato l'ultimo venticinquennio, non è scevra da conseguenze macroeconomiche. Larry Fink, Ceo di BlackRock (il più grande fondo di investimento globale), non ha usato mezzi termini «Gli Stati Uniti sono molto vicini se non già in recessione», ha detto aggiungendo che «i dazi di Trump sono andati al di là di qualsiasi cosa avrei mai potuto immaginare nei miei 49 anni in finanza». (il Giornale)
Non si può dire, invece, che Goldman Sachs abbia mostrato pregiudizi verso l’amministrazione repubblicana. Nondimeno, la banca americana stima adesso al 35% le probabilità di una recessione. (Corriere della Sera)
Fink (BlackRock), "Usa vicini o già in recessione" (affaritaliani.it)
Nonostante i 90 giorni di pausa ai dazi reciproci, i banchieri di Wall Street mandano un chiaro allarme sullo stato dell’economia americana. (Il Messaggero)
I numeri pubblicati oggi da Jp Morgan Chase, Morgan Stanley e Wells Fargo vanno oltre le attese, ma va ricordato che il periodo di riferimento è antecedente all’entrata in vigore dei dazi che in queste settimane hanno sconvolto le Borse mondiali. (Milano Finanza)