Toti: "Hanno messo in carcere la Liguria"

Toti: Hanno messo in carcere la Liguria
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Primocanale INTERNO

"Non siamo stati noi a tenere in ostaggio la Liguria, sono stati i magistrati a mettere in carcere la Liguria in qualche modo, noi saremmo tornati ben volentieri al nostro lavoro". L'ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, intervenuto a 'Quarta Repubblica' su Rete 4, è tornato sull'inchiesta giudiziaria che lo ha colpito il 7 maggio scorso. In studio nel programma condotto da Nicola Porro, il direttore de Il Giornale Sallusti che ha fatto notare come sia stato registrato per anni giorno e notte il Presidente di una Regione al punto che la procura non ha spazio sui suoi server per archiviare tutto il materiale registrato. (Primocanale)

Se ne è parlato anche su altre testate

Così Giovanni Toti a Quarta Repubblica su Rete4. "Non sono pentito di nulla di quanto fatto in questi anni. (Civonline)

"Sono in pace con la mia coscienza e non riesco ad avercela neppure con i magistrati. Così Giovanni Toti a Quarta Repubblica su Rete4. (Civonline)

Il lunedì sera di Rete 4, anche per il 2024-2025, è occupato da Quarta Repubblica. Una conferma per il talk show d’informazione condotto da Nicola Porro, giunto alla settima edizione (è in onda infatti dal 2018). (Tvblog)

La verità di Toti sull'inchiesta: "Non ce l'ho con i magistrati, ma con la politica giustizialista"

Prima uscita pubblica per Giovanni Toti, il governatore della Liguria finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti che coinvolge tra gli altri l’imprenditore Aldo Spinelli. "Sono in pace con la mia coscienza e non riesco ad avercela con i magistrati – le sue prime parole –. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

"Ora tornerò a fare un po' il nostro mestiere, mi occuperò di politica da un altro punto di vista. (IVG.it)

L'ex presidente della Regione Liguria, ospite di Quarta Repubblica, racconta la propria versione dei fatti sull'inchiesta giudiziaria che lo ha portato agli arresti domiciliari per tre mesi e alle successive dimissioni (il Giornale)