Putin in mimetica, ma la tregua è in stallo





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Vladimir Putin, dopo ore di silenzio, è apparso in un video indossando una mimetica militare, un’immagine che non si vedeva da oltre tre anni di conflitto. Il filmato, diffuso dai media russi, lo ritrae in quello che viene descritto come il posto di comando generale dell’offensiva nella regione di Kursk, dove le truppe russe stanno respingendo le residue forze ucraine. Non una parola, però, sulla proposta di tregua di 30 giorni avanzata dagli Stati Uniti in collaborazione con Kiev, né sull’inaspettato riavvicinamento tra Ucraina e Washington.
Mentre Putin esorta il capo di stato maggiore Valerij Gerasimov e gli altri alti ufficiali a “continuare l’operazione”, dall’altra parte dell’oceano Donald Trump alza la posta in gioco. Il presidente americano, attraverso un messaggio diretto, ha avvertito il Cremlino che, in caso di rifiuto della tregua, scatteranno “sanzioni devastanti”. I negoziatori statunitensi, intanto, sono attesi a Mosca entro la settimana, ma il tempo sembra essere l’unica risposta che il Cremlino è disposto a concedere per ora.
Nel frattempo, sul campo, la situazione militare evolve rapidamente. Le truppe russe hanno ripreso il controllo di Sudzha, un punto strategico che era stato il fulcro della controffensiva ucraina iniziata nell’agosto dello scorso anno. Quel giorno, i soldati ucraini avevano sorpreso i russi all’alba, occupando oltre 1.200 chilometri quadrati di territorio. Oggi, però, le battaglie continuano a infuriare, e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha già ordinato il ritiro delle sue truppe dalla regione di Kursk, con l’obiettivo di preservare le vite dei soldati.
Zelensky, da parte sua, non nasconde la diffidenza verso Mosca. “Dei russi non ci fidiamo”, ha dichiarato, aggiungendo che, in caso di rifiuto della tregua, si aspetta “misure forti” da parte degli Stati Uniti. Intanto, gli aiuti americani a Kiev sono ripresi, segnando un ulteriore passo avanti nel sostegno occidentale all’Ucraina.