“QUELLA PASTA NON È ITALIANA”, LIDL MULTATA DI UN MILIONE DI EURO

95047 ECONOMIA

Tornando a Lidl, in ragione dell’importanza attribuita dai consumatori all’informazione sull’origine della materia prima e della diffusione dei punti vendita della catena, l’Autorità ha irrogato una sanzione di un milione di euro.

Per queste ragioni Lidl Italia si riserva di tutelare la propria immagine e i propri diritti nelle sedi più opportune”.

Lidl, la catena europea di supermercati di origine tedesca, è stata multata di un milione di euro per avere ingannato i consumatori sulle caratteristiche della pasta a marchio Italiamo e Combino, inducendoli all’errore sull’origine italiana della materia prima. (95047)

La notizia riportata su altri media

Un’interpretazione che Lidl Italia non condivide, e pertanto l’azienda “si riserva di tutelare la propria immagine e i propri diritti nelle sedi più opportune”. Giuseppe Cocco (marchio Cav Giuseppe Cocco), Lidl Italia (marchi Italiamo e Combino). (Money.it)

La pratica commerciale accertata consiste nell’aver ingannato i consumatori sulle caratteristiche della pasta a marchio “Italiamo” e “Combino”, inducendoli in errore sull’origine italiana della materia prima. (Tp24)

Gli altri noti marchi italiani cui l’Antitrust chiede più trasparenza. De Cecco. La De Cecco ha presentato una proposta di impegni, accettati e resi obbligatori dall’Antitrust. L’autorità ha esaminato le informazioni apposte sulle confezioni di pasta di semola di grano duro commercializzate da Lidl Italia s. (Ambiente Bio)

L’Antitrust ha sanzionato Lidl per 1 milione per “aver ingannato i consumatori sulle caratteristiche della pasta a marchio ‘Italiamo’ e ‘Combino’, inducendoli in errore sull’origine italiana della materia prima”. (next)

Cinque aziende nel mirino, ma alla fine la multa da 1 milione è scattata solo nei confronti di Lidl Italia per i marchi Italiamo e Combino. Antitrust, scatta la multa milionaria per una notissima catena di supermercati di origine tedesca. (Inews24)

Peccato per un dettaglio: nonostante il richiamo all’italianità del prodotto, una parte consistente del grano – in media superiore al 50% – utilizzato per realizzarlo non proveniva dal belpaese, anche se qui veniva macinato. (Il Primato Nazionale)