Metalmeccanici in sciopero, proteste a Bari e Perugia
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Dopo l'interruzione delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale tra Federmeccanica e Assistal, i lavoratori dell'industria metalmeccanica sono scesi in piazza a Bari e Perugia per manifestare il loro dissenso. La delegazione di lavoratori, sostenuta dalle sigle sindacali Fim, Fiom e Uilm, ha giudicato inaccettabile la contro-piattaforma presentata dalle associazioni datoriali, che ha respinto le richieste sugli aumenti salariali e ha proposto iniziative fumose per il premio di risultato.
Le trattative, interrotte da novembre, non hanno visto alcuna disponibilità da parte di Federmeccanica e Assistal a regolare l'utilizzo dei contratti precari attraverso il Contratto nazionale. Inoltre, non è stata mostrata alcuna apertura verso la riduzione dell'orario di lavoro e la regolamentazione dello smart working, né verso il riconoscimento di permessi per conciliare i tempi di vita e di cura dei figli e dei genitori.
Le prime manifestazioni si sono svolte a Livorno, Bari, Trento e Reggio Emilia, con l'obiettivo di riguadagnare un tavolo di trattativa. I segretari generali delle sigle sindacali, riunitisi a Milano all'assemblea dei delegati, hanno denunciato come "inaccettabile" la posizione di Federmeccanica e hanno attaccato il governo, definendolo "assente".
Lunedì è stato proclamato uno sciopero di otto ore per i metalmeccanici di Fim, Fiom e Uilm dell'Umbria, con un presidio davanti alla sede di Confindustria Umbria a Perugia.