Ucciso Salwan Momika in Svezia, nel 2023 bruciò il Corano

Ucciso Salwan Momika in Svezia, nel 2023 bruciò il Corano
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Adnkronos ESTERI

Il tribunale di Stoccolma avrebbe dovuto pronunciarsi oggi sull'incitamento all'odio etnico che era stata mossa contro il rifugiato iracheno di fede cristiana E' stato ucciso a colpi di arma da fuoco, in un quartiere della periferia di Stoccolma, Salwan Momika, che nel 2023 bruciò pubblicamente il Corano provocando un'ondata di proteste in molti Paesi islamici. E' quanto conferma la polizia svedese, precisando che l'omicidio è avvenuto la notte scorsa. (Adnkronos)

La notizia riportata su altri giornali

Cinque persone sono state arrestate in relazione alle indagini sull'omicidio. Salwan Momika, il rifugiato iracheno noto per aver bruciato in pubblico il Corano nel 2023, è stato ucciso ieri sera a colpi di arma da fuoco in un appartamento a Sodertalje, nella contea di Stoccolma, in Svezia. (La Stampa)

«Ho scelto di vivere in Svezia perché è la patria del cuore e del pensiero libero. È una nazione che riconosce la libertà degli individui di criticare e mettere in discussione le religioni». (il Giornale)

Era nato in Iraq, si era rifugiato in Svezia e sognava l’America. (la Repubblica)

Saiwan Momika ucciso in diretta TikTok, il premier svedese: c’è una mano straniera

Lo abbiamo intervistato per capire se sia possibile u… Se il tema è l’Iran, il professor Ardavan Khoshnood sa di cosa parla. (la Repubblica)

Momika stava postando un video in cui diceva «ognuno deve essere pronto a morire per le sue idee», ma altri avevano deciso di prenderlo in parola. Momika, in Svezia, si rivolgeva ai suoi 164mila follower, mentre Netflix, quella stessa sera, mandava in streaming una serie tv (svedese) che raccontava l'omicidio di un musulmano perbene da parte di un occidentale per male. (il Giornale)

Salwan Momika è morto durante una diretta TikTok, raggiunto da diversi colpi di pistola e probabilmente dalla rabbia di chi voleva mettere a tacere una volta per tutte l’uomo che da anni conduceva una personale crociata anti-Islam. (La Stampa)