Usa, attacco a Buttigieg: non pronti a elezione gay. Trump lo difende

Sky Tg24 ESTERI

Se vincesse, Buttigieg diventerebbe il primo presidente apertamente gay nella storia Usa.

È polemica negli Stati Uniti per gli attacchi a Pete Buttigieg, candidato alle primarie dem in vista di Usa 2020.

Il primo a sferrare un attacco pubblico è stato Rush Limbaugh, controverso conduttore radiofonico conservatore.

Il primo a difendere Buttigieg è stato Joe Biden, suo rivale nella corsa alla Casa Bianca. (Sky Tg24 )

Su altri media

Soprattutto Trump ha portato il disavanzo pubblico a mille miliardi di dollari pari al 5 per cento del Pil. Alla fine -a novembre- vincerà Trump, più per demerito degli altri che per merito proprio. (Gazzetta di Parma)

Le sue dichiarazioni sono arrivate non a caso dopo giorni di furore politico a Washington scatenati proprio dall’intrusione del procuratore Barr nel caso di Roger Stone. (Business Insider Italia)

Il Patrimonio di Donald Trump. Secondo le autorevoli stime delle riviste Bloomberg e Forbes, il patrimonio di Donald Trump si aggirerebbe intorno ai 3-4 miliardi di dollari. Prima di annunciare la propria candidatura, invece, aveva diffuso un resoconto delle sue finanze in cui si attribuiva un patrimonio netto di circa 8,7 miliardi dollari. (Termometro Politico)

Un cortocircuito inatteso, quello andato in scena negli USA. Decorato dal presidente USA con la medaglia della libertà, Limbaugh è stato però criticato dallo stesso Donald Trump, proprio lui, che via SkyTg24 ha sentenziato: “Penso che ci sarebbe qualcuno che non lo vota, ma io non sarei tra loro”. (Gay.it)

Ha preteso che il Dipartimento di Giustizia sconfessasse l'operato dei suoi procuratori. La sua uscita è l'ultimo episodio in una crisi senza precedenti dai tempi di Richard Nixon all'interno del Dipartimento di Giustizia, scosso da una crisi di credibilità per le pressioni esplicite di Trump. (la Repubblica)

“Il presidente dovrebbe dare ascolto all’Attorney General”, ha detto McConnell intervistato dall’emittente Fox News, tradizionalmente schierata con il partito repubblicano. “Non mi farò bullizzare o influenzare da nessuno”, ha detto Barr nell’intervista a Abc News, includendo nella lista “il Congresso, i giornali, gli editoriali, o il presidente. (L'HuffPost)