Influenza nel Vicentino: no casi gravi ma aumento di bronchiti e polmoniti

tviweb SALUTE

Nel territorio dell’ULSS 8 Berica sono oltre 1.300 gli ammalati, ma non si riscontrano. complicanze gravi.

Non si registrano invece particolari picchi di attività al Pronto Soccorso, dove gli accessi di soggetti con sintomi influenzali sono per ora limitati.

La buona notizia però è che almeno per il momento nel territorio locale – a differenza di altre aree – non si sono ancora registrati casi di complicanze gravi. (tviweb)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Il Ministero della Salute ha riportato i sintomi tipici dell’influenza stagionale, spiegando che: “I sintomi dell’influenza includono tipicamente l’insorgenza improvvisa di febbre alta, tosse e dolori muscolari. (Italia2TV)

Ecco perché è necessario vaccinarsi. Il picco dell’influenza è in arrivo (atteso a fine mese). Secondo l’esperto, al momento della scelta di vaccinazione non bisogna considerare solo l’età, ma anche le condizioni generali del soggetto. (Centro Meteo italiano)

Il picco stagionale, soprattutto a causa della riapertura delle scuole, uno dei principali luoghi di contagio, è previsto per i prossimi giorni di gennaio e i primi di febbraio. Nei giorni scorsi, diverse persone a rischio (anziani e bambini) hanno dovuto ricorrere al Pronto Soccorso, perchè l’influenza talvolta può provocare complicanze, come polmoniti broncopolmoniti e bronchiti. (La mia città NEWS)

In un’ottica di contenimento del contagio, riscontri positivi sono venuti dalla campagna di vaccinazione, che nelle scorse settimane ha visto la distribuzione di oltre 60 mila dosi nel territorio dell’ULSS 7 Pedemontana. (VicenzaToday)

I NUMERI. Il Polesine è ancora in zona di intensità bassa dell'epidemia, secondo i dati della rete di sorveglianza Influnet aggiornati al 5 gennaio. Gli otto casi clinicamente diagnosticati nel territorio provinciale riguardano le manifestazioni acute con ceppo virologico identificato. (Il Gazzettino)

Per questo ci aspettiamo che il picco arrivi tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio". "La chiusura degli istituti scolastici dal 22 dicembre al 6 gennaio – spiega – in effetti ha rallentato la diffusione, almeno tra adolescenti e giovani. (il Resto del Carlino)