Il caso Tim e l'insufficienza della finanza italiana

Corriere del Ticino ECONOMIA

Nel mondo globalizzato in cui viviamo in linea di principio gli investimenti dall’estero sono un fenomeno positivo e anzi un segno di buona salute socio-economica.

Se ciò dovesse accadere, come al momento sembra possibile, la vicenda sarebbe purtroppo un’ulteriore conferma di quello che è un problema di fondo dell’economia italiana, ossia l’insufficienza della sua finanza.

Non però nella misura in cui, come è il caso dell’Italia, ad essi non corrispondono proporzionati investimenti italiani oltre confine. (Corriere del Ticino)

Ne parlano anche altre testate

Del resto la fusione in questo settore non è cosa nuova, vedi ad esempio il recente matrimonio fra Wind e Tre, di conseguenza nulla sarà da lasciare al caso. TIM E ILIAD SI FONDONO? (Computer Magazine)

Quella è solo la «punta di un iceberg, di una montagna di ghiaccio sommersa che non vediamo». E mentre in Tim volano gli stracci di un «redde rationem» che ha portato all’uscita dell’amministratore delegato Luigi Gubitosi, dimissionario, sullo sfondo della partita interna all’azienda c’è la visione che un Paese deve o dovrebbe avere per lo sviluppo di una moderna infrastruttura di rete. (Tempi.it)

La Manifestazione d’Interesse è stata qualificata da KKR “amichevole” e aspira ad ottenere il gradimento degli amministratori della Società e il supporto del management. Un tema principale sarebbe quello legato alla richiesta di avvio di una due diligence proposta dal fondo Kkr stesso, che, si ricorda, è già entrato nella società della rete secondaria di TIM, ovvero FiberCop (MondoMobileWeb.it)

La società americana, che in Italia detiene già il 37,5% di FiberCop, mira a rendere privato il più grande gruppo telefonico italiano Iliad sfida con Vivendi per TIM? (Webnews)

Non sembrano essere solo voci di corridoio quelle per cui TIM e Iliad potrebbero, in un prossimo futuro, fondersi come unico operatore telefonico italiano. Quello che ora sta preoccupando però è ciò sembra apparire all'orizzonte: una fusione con TIM, l'operatore nazionale italiano. (Telefonino.net)

Con un volume di prestiti per 1 trilione di dollari, JP Morgan era l'unica banca a poter finanziare da sola la linea di credito da 45 miliardi. Cresce il divario dimensionale tra i colossi Usa e le “piccole” banche europee: le prime 10 valgono meno della sola JP Morgan (Il Sole 24 ORE)