Moby Prince, l'ex capitano Renato Roffi che denunciò per primo le omissioni: «Venni punito»

Corriere della Sera INTERNO

Fu il primo e l’unico ufficiale della capitaneria a criticare l’organizzazione dei soccorsi e a denunciare davanti al pm gravi lacune, omissioni e approssimazioni nell’operazioni di salvataggio della Moby Prince.

E fu il solo a pagarne le conseguenze, con trasferimenti senza giustificazioni, blocchi della carriera e provvedimenti disciplinari.

Dopo trent’anni e trenta ricorsi vinti al Tar e al Consiglio di Stato, Renato Roffi, allora un capitano di corvetta di 45 anni, non ha ancora ottenuto giustizia. (Corriere della Sera)

Su altri giornali

Moby Prince: 140 vittime, 30 anni di ferite. I “bozzi” sono 140 così come le vittime della tragedia e come le piantine bianche dell’attigua aiuola, il “giardino della memoria” del Moby Prince. (QuiLivorno.it)

E non sono bastati a fare chiarezza su tutti gli inquietanti interrogativi posti da quella notte da incubo. Anche la nostra comunità è stata profondamente toccata da questa immane tragedia e ricerca senza soste la verità” (Gazzettinonline)

Lo dichiara il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricordando il trentesimo anniversario del disastro della Moby Prince. L’impegno che negli anni ha distinto le associazioni dei familiari rappresenta un valore civico e concorre a perseguire un bene comune”. (Riviera Oggi)

Io gli detti anche la mia giacca perché era bagnato e si lamentava, piagnucolava dicendo: ho camminato sui morti, son tutti morti, ho camminato sui morti, son tutti morti”. Questa circostanza gli fu fatta notare anche dai senatori in commissione e Valli rispose che “forse era stata sbobinata male” (Il Fatto Quotidiano)

A trent'anni dalla più grande tragedia della marineria italiana, in cui 140 persone persero la vita, asfissiate e bruciate, nel rogo del traghetto Moby Prince a poche miglia dal porto di Livorno, anche Sergio Mattarella ha fatto sentire la sua voce: “Sulle responsabilità dell'incidente e sulle circostanze che l'hanno determinato è inderogabile ogni impegno diretto a far intera luce – sottolinea il capo dello Stato – e l'impegno che negli anni ha distinto le associazioni dei familiari rappresenta un valore civico e concorre a perseguire un bene comune”. (Il Manifesto)

Mancherà perché impegnato in una lunga battaglia personale di riabilitazione dopo il grave malore dello scorso 16 febbraio, ma Loris Rispoli, presidente dell'associazione 140, simbolo della lotta dei familiari delle vittime, sarà comunque presente con la mente e con lo spirito di chi non si è mai arreso di fronte all'impunità di una "strage", come ormai da tempo la definiscono i parenti tutti e non più soltanto loro. (LivornoToday)