Addio all'Angelo invisibile del Corriere, ora riveliamo il suo nome: Roberto Bagnato, il benefattore dei bisognosi che non voleva apparire

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Non pensava di essere un Angelo ma ci eravamo presi la licenza di chiamarlo così: l’Angelo invisibile di Milano che aiuta chi è rimasto indietro. Fingeva di arrabbiarsi perché quel che faceva era troppo serio e troppo vero per essere ingabbiato in un titolo che poteva andar bene per un vecchio film di Frank Capra. Ma poi ci perdonava perché dietro la sua riluttanza ad apparire c’era il desiderio di scuotere l’indifferenza che a Milano lascia troppa gente nel vuoto della solitudine: persone bisognose, malate, disperate, accerchiate da mille paure, sopraffatte dalla crisi o dalla perdita di un lavoro. (Corriere Milano)

Ne parlano anche altri giornali

Milano dice addio al suo Angelo invisibile: Roberto Bagnato ha perso la sua battaglia contro un raro tumore. Lo ricorda Gramellini, con il quale si era instaurata, da circa due anni, una fitta corrispondenza. (Virgilio Notizie)

L'uomo aveva iniziato una corrispondenza epistolare con Gramellini, raccontando i suoi gesti, compiuti sempre nell'anonimato, con qualche escamotage per non essere invadente nei confrondi delle persone che aveva bisogno di aiuto. (Corriere TV)

Si informava, ascoltava, capiva e aiutava a fare in modo, a lungo termine, che quel bambino, quel ragazzo, quell’imprenditore finito per strada, quel giovane malato o quell’anziano ormai privo anche solo di una dignità che potesse riconoscersi come tale una vita la ritrovasse ancora. (brescia.corriere.it)

Morto Roberto Bagnato, l’«Angelo invisibile» di una Milano malata d’indifferenza

Lo chiamavano l’angelo di Milano. Io lo ammiravo con tutto il cuore, come ammiro tante persone che conosco, nate con una naturale bontà d’animo, che sanno inventarsi iniziative serie con una facilità estrema e senza lasciare tracce, che sanno perdonarsi facendo del bene, anziché annichilire in se stesse ogni volta che guardano in faccia il proprio male, anche quello minimo. (Sardegna e Libertà)

Erano le 10 e 31 e, mentre finivo di leggere sul nostro sito la notizia della scomparsa di un leggendario benefattore di Milano, in una finestra del computer è comparsa una mail intitolata Il mio addio. (Corriere della Sera)

Fino ad oggi nessuno conosceva il suo nome, gelosamente custodito dal Corriere della Sera su sua richiesta. Nel 2012, leggendo dell’ennesima vita al limite nel capoluogo lombardo, aveva contattato la redazione per aiutare i protagonisti di quella vicenda. (La Ragione)