Chi è Maurizio Avola, il pentito di Mafia che si accusa dell’attentato a Borsellino

Il Riformista INTERNO

“Sono l’ultima persona che ha visto lo sguardo di Paolo Borsellino, prima di dare il segnale per fare quella maledetta esplosione”, ha confidato il pentito al giornalista.

Maurizio Avola è diventato collaboratore di Giustizia dopo essere stato per anni uno dei killer più spietati della Mafia.

Il killer si descriveva come un soldato nella guerra della mafia, gli anni delle stragi

In una lunga intervista del Time del 2015 Avola raccontava la sua storia: nel 1983 si affiliava dopo il primo omicidio. (Il Riformista)

Ne parlano anche altri giornali

"Ci sono una serie di eventi che hanno caratterizzato gli ultimi mesi di vita di mio padre - dice - all'interno della Procura di Palermo retta da Pietro Giammanco. (Adnkronos) - "I magistrati di allora dovevano indagare bene ma non lo hanno fatto". (LiberoQuotidiano.it)

– Non ci sono riscontri, anzi clamorose smentite al racconto del killer catanese pentito Maurizio Avola sulla strage di via D’Amelio. E sono racconti su cui il procuratore aggiunto Gabriele Paci (al momento alla guida della Procura di Caltanissetta che a fatica sta riscrivendo la storia di via D’Amelio) stende un velo pietoso. (Livesicilia.it)

Non solo Riina fu irremovibile, ma Avola racconta che Santapaola venne addirittura ”filato” da Riina, cioè messo sotto controllo. Al processo ter per la strage di via D’Amelio gli chiesero se uomini della mafia catanese erano stati coinvolti nelle operazione: “no, nessuno”, disse senza dare spazio a dubbi. (Il Fatto Quotidiano)

L'ex killer di Cosa nostra Maurizio Avola "non è attendibile" nella ricostruzione fatta sulla strage di via D'Amelio nel corso dell'intervista andata in onda ieri nello speciale sulla mafia di Mentana su La 7. (CataniaToday)

«Le parole di Maurizio Avola? Inattendibile. Secondo il Procuratore facente funzione di Caltanissetta Gabriele Paci, l’ex killer di Cosa nostra Maurizio Avola "non è attendibile" nella ricostruzione fatta sulla strage di via D’Amelio nel corso dell’intervista. (La Sicilia)

Il processo poi ha fatto emergere come Matteo Messina Denaro da tempo aveva deciso la morte di Paolo Borsellino, reo di avere sfidato il padre: Borsellino quando era procuratore a Marsala aveva portato don Ciccio Messina Denaro, il padrino del Belice, davanti ai giudici del Tribunale delle misure di prevenzione. (Alqamah)