Svolta nel negoziato con l'Europa: concessioni balneari estese fino al 2027, poi obbligo di gare
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Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), lunedì 2 settembre 2024 15:31:17 La riforma delle concessioni balneari, tema cruciale per molte località turistiche italiane, ha raggiunto un punto di svolta nel negoziato con l'Unione Europea. Il governo italiano ha infatti concordato con la Commissione Europea un piano che prevede l'obbligo per i Comuni di avviare le gare per le concessioni entro il giugno 2027, con la possibilità di anticipare i bandi in base alle esigenze locali. (Il Vescovado Notizie)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Dal vertice di maggioranza che si è svolto venerdì mattina sarebbe emersa una sostanziale intesa su un testo messo a punto dal governo, con il ruolo centrale del ministero degli Affari Ue, dopo il lungo negoziato con Bruxelles. (Il Sole 24 ORE)
Nel vertice di maggioranza di venerdì scorso la premier Giorgia Meloni è riuscita a ricompattare i suoi vice Antonio Tajani e Matteo Salvini sulla necessità di non insistere sulle proroghe al 2029, come prevedeva la prima bozza di riordino delle concessioni, inviata alla Commis… (la Repubblica)
Condizionale d’obbligo, visto il difficile confronto con Bruxelles che, sul tema, ha già aperto una procedura d’infrazione ed è pronta a darle seguito se l’Italia continuasse a violare la direttiva Bolkestein sulla concorrenza. (quotidianodipuglia.it)
Negli approdi o nei porti turistici, infatti, in virtù della legge Burlando, le amministrazioni comunali potrebbero assegnare in blocco, a un solo soggetto, tutte le concessioni in vigore, creando, in buona sostanza, monopoli di fatto che garantirebbero al nuovo titolare di tutte le licenze una inaccettabile posizione dominante». (Il Sole 24 ORE)
E giù secchiate di acqua gelata. «No alle aste, il Moro non si tocca». (ilmessaggero.it)
La questione dei balneari sarà uno dei temi al centro del vertice in programma venerdì 30 agosto fra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani. (Corriere della Sera)