Il sì al farmaco anti-Alzheimer che divide gli scienziati

La Repubblica SALUTE

La decisione della Fda è però contestata dagli stessi esperti indipendenti dell’Agenzia americana

Il sì al farmaco anti-Alzheimer che divide gli scienziati dalla nostra inviata Anna Lombardi. Una donna passa davanti alla sede di Biogen, a Cambridge, Massachusetts (ansa). Usa, il medicinale Biogen è l’unico approvato dal 2003.

Sarebbe il primo a rallentare il declino cognitivo.

(La Repubblica)

La notizia riportata su altre testate

Lo stesso test di adacanumab era stato considerato fallito in un primo momento, prima che un approfondimento delle analisi dimostrasse un certo beneficio sulla malattia allo stadio iniziale. La terapia consiste in una iniezione al mese per via endovenosa che nella terapia contro l’Alzheimer contribuirebbe a rallentare il declino cognitivo dei pazienti che si trovano allo stadio iniziale della malattia. (vistanet)

Ad aver contribuito in maniera determinante è stata l’equipe del professore Giancarlo Logroscino, luminare della Neurologia e Direttore del Centro Malattie Neurodegenerative di Tricase, centro innovativo di sperimentazione e ricerca. (TeleRama News)

Oggi più di 40 milioni di persone in tutto il mondo vivono con l'Alzheimer e demenze correlate. Approvazione del Farmaco da parte del FDA - La Fda (Food and Drug Administration) ha approvato per la prima volta in quasi 20 anni un farmaco contro l'Alzheimer. (CoratoViva)

Approvazione del Farmaco da parte del FDA. La Fda (Food and Drug Administration) ha approvato per la prima volta in quasi 20 anni un farmaco contro l’Alzheimer. Non parliamo di guarigione dalla malattia, ma certamente di un passo avanti nella giusta direzione. (l'Immediato)

Gli studi consistevano in studi di dose-range in doppio cieco, randomizzati, controllati con placebo in pazienti con malattia di Alzheimer. Dopo 20 anni approvato il primo farmaco: ecco a chi sarà somministrato. (InfermieristicaMente)

La terapia consisterebbe in un un’iniezione al mese per via endovenosa che contribuirebbe a rallentare il declino cognitivo di coloro che si trovano allo stadio iniziale della malattia.Ma in termini di cautela la sua approvazione sembrerebbe dividere la comunità scientifica:Come spiega all'Agenzia giornalistica italiana (Agi), direttore del Dipartimento di neuroscienze-neuroriabilitazione dell'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Ircss) al San Raffaele di Roma, la limitazione del medicinale riguarda la possibilità di utilizzo solo nei pazienti in cui è presente la beta-amiloide, il recettore bersaglio della terapia, pertanto il 30% dei pazienti non risulterebbe adatto a ricevere il farmaco. (Calciomercato.com)