"Bella Ciao" come inno della giornata della Liberazione, la proposta di legge

Sky Tg24 INTERNO

La storia di "Bella Ciao". Questo canto popolare è da sempre considerato simbolo della Resistenza e della festa della Liberazione del 25 aprile.

La prima apparizione è nel 1953, sulla rivista "La Lapa" di Alberto Mario Cirese, per poi essere inserita, proprio il 25 aprile del 1957, in una breve raccolta di canti partigiani pubblicati dal quotidiano "L'Unità"

Un canto dal significato storico che è stato condiviso nel tempo, ma che non compare nei documenti ufficiali. (Sky Tg24 )

Ne parlano anche altri media

Ne parla con l’Adnkronos il vignettista Vauro Senesi che afferma: “Se c’è una storia di cui l’Italia può andare orgogliosa è quella della Resistenza che ha fatto nascere la Repubblica. (Cremonaoggi)

Vi prego, vi supplico e vi imploro, la mia testa sotto i vostri piedi onorevoli Fragomeli, Verini, Boldrini e Fiano, Stumpo, Anzaldi e Sarli, distogliete lo sguardo, obnubilate il pensiero e ritraete le vostre mani, manine, manone, da Bella ciao. (la Repubblica)

Da qui l'idea del posto d'onore: in occasione della Festa di Liberazione dal nazifascismo dovrà essere cantata immediatamente dopo l'inno nazionale "Bella ciao", la proposta di legge. La proposta di legge è stata presentata alla Camera lo scorso 21 aprile, anche se ancora non è partito il suo iter in Parlamento dove servirà avere più consensi. (Studio Cataldi)

La Repubblica riconosce la canzone 'Bella ciao' quale espressione popolare dei valori fondanti della propria nascita e del proprio sviluppo. La canzone popolare 'Bella ciao' è da sempre associata al periodo della Resistenza e alla festa della Liberazione del 25 aprile. (Tiscali.it)

Chiarissimo, graficamente, il riferimento alla serie tv Netflix di enorme successo “La casa di Carta”. Il testo di legge è di poche righe e parte dal presupposto che Bella Ciao sia “un’espressione popolare” che rappresenti “valori fondanti” della Repubblica. (ComoZero)

Lo scorso anno ci avevano provato Piero Fassino e altri del Pd ad imporre Bella ciao nelle scuole. Giorgio Bocca aveva giustamente dichiarato: «Nei venti mesi della guerra partigiana non ho mai sentito cantare Bella ciao, è stata un'invenzione del Festival di Spoleto» ben dopo la guerra. (ilGiornale.it)