Vaccini, lo studio inglese già guarda al futuro: «Così saranno resistenti alle varianti»

ilmessaggero.it SALUTE

Gli scienziati sottolineano quindi che i nuovi farmaci dovrebbero concentrarsi sulle proteine che il patogeno utilizza per replicarsi.

«Ristoranti solo per vaccinati». Un decimo dei volontari regolarmente negativi aveva sviluppato cellule T, in grado di riconoscere il coronavirus, a prescindere dalla versione in cui si presenta, e di rimanere attive.

Il corpo produce le cellule T anche in risposta ad altri membri della famiglia del coronavirus, come quelli che ogni anni causano il raffreddore

Lo studio, svolto dai medici del St. (ilmessaggero.it)

Ne parlano anche altre fonti

E ora gli scienziati vogliono mettere a punto una nuova generazione di vaccini, come scrivono nelle conclusioni, che agiscano su questo meccanismo Agendo su questi bersagli, dunque, la nuova tipologia di vaccino potrebbe essere utile per proteggerci anche da altri coronavirus (Wired Italia)

Il risultato si otterrebbe progettando dei sieri in gradi di attivare le cellule T , ovvero quelle della memoria immunitaria, così da attaccare le cellule infette e spegnere il Covid sin dall’inizio. Espandendo le cellule T preesistenti, tali vaccini potrebbero aiutare a fermare il virus nelle sue tracce in una fase molto precoce” (Corriere dello Sport.it)

Gemelli IRCCS di Roma per fare il punto sui nuovi farmaci contro il Covid-19 e quelli in arrivo. Sono inoltre farmaci molto ben tollerati. (San Marino Rtv)

In entrambi i casi si tratta di due importanti comunicazione che permettono in prospettiva di migliorare l’armamentario terapeutico per contrastare ancor più efficacemente la malattia COVID-19 Questi risultati confermano, sia quelli di altri studi sia quanto emerge nella pratica corrente, vale a dire che la vaccinazione è molto efficace nel proteggere dalle forme più gravi di malattia. (La Stampa)

Ma perché arrivano solo ora? Sostanzialmente per due ordini di motivi. (Il Sole 24 ORE)

Quindi, progettando vaccini che attivano le cellule della memoria immunitaria, note come cellule T, per attaccare le cellule infette, sarebbe possibile eliminare il SARS-CoV-2 fin dall’inizio, contribuendo così a fermarne la diffusione. (Tiscali Notizie)