Macerata, picchiò la figlia e l’abbandonò in strada dove fu investita: condannato all’ergastolo…

Il Fatto Quotidiano INTERNO

L'imputato, che ha sempre negato le accuse, è stato condannato per omicidio volontario, violenza sessuale e maltrattamenti.

La ragazza venne investita a Trodica di Morrovalle (Macerata), sulla Sp 485.

Ipotesi, ora accolta dai giudici, sostenuta dal procuratore di Macerata Giovanni Giorgio tanto da chiedere la modifica del capo d’imputazione in omicidio volontario.

Dopo quasi cinque ore e mezza di camera di consiglio la Corte d’assise di Macerata ha condannato il pakistano Muhammad Riaz, 45 anni. (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altri media

Dalle indagini, poi, emerse che la ragazza era stata picchiata dal padre tanto da riportare la frattura della mandibola, e lasciata dolorante a terra dove poi un'auto l'aveva travolta. La giovane italiana di famiglia pachistana disse telefonicamente alla madre in Pakistan di aver subito violenze sessuali da parte dell'uomo e di maltrattamenti anche ai danni della sorella e dei fratelli. (la Repubblica)

Si lasciava violentare dal padre per salvare la sorellina. Nonostante non fosse alla guida del veicolo che ha investito mortalmente la ragazza, Riaz si è visto contestare l'accusa di omicidio volontario. (Fanpage.it)

Dalle indagini emerse una frattura della mandibola, dalla quale si arrivò a capire che la ragazza era stata picchiata dal padre. L’uomo, di nazionalità pakistana, è stato condannato anche per le accuse di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia. (Open)

La ragazza morì il 24 febbraio del 2018 a Trodica di Morrovalle (Macerata), investita da un’auto su una strada provinciale. Dalle indagini, emerse che Azka era stata picchiata dal padre tanto da riportare la frattura della mandibola, e lasciata dolorante a terra dove poi un’auto l’aveva travolta. (Corriere della Sera)

Dalle indagini, poi, emerse che la ragazza era stata picchiata dal padre tanto da riportare la frattura della mandibola, e lasciata dolorante a terra dove poi un'auto che sopraggiungeva l'aveva travolta. (Rai News)

Anche la mia assistita non ha mai avuto dubbi sulla colpevolezza del marito» dice l’avvocato Nardozza che tutela la madre di Azka, parte civile al processo. «La sentenza non rispecchia la realtà di quanto emerso al processo – dice l’avvocato Francesco Giorgio Laganà, difensore dell’imputato -. (Cronache Maceratesi)