Benetton riorganizza le attività in Tunisia

Benetton riorganizza le attività in Tunisia
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ilmessaggero.it ECONOMIA

Il gruppo italiano Benetton ha annunciato una riorganizzazione della propria catena produttiva in Tunisia, ponendo l'accento sulla riduzione delle attività dirette e sull'aumento del subappalto. In linea con questa strategia, l'azienda leader nel mercato tessile ha deciso di interrompere le attività nello stabilimento Sahline di Monastir e di chiudere gli stabilimenti di Kasserine e Gafsa. Lo rendono noto diversi media tunisini, precisando che l'ad Claudio Sforza ha confermato che sono in corso trattative con il governo tunisino per mitigare gli effetti sociali della possibile chiusura definitiva della fabbrica di Sahline, che dà lavoro a 500 persone. (ilmessaggero.it)

La notizia riportata su altri giornali

Un messaggio che segna la fine di un’era nella città della Torretta per il marchio di abbigliamento rinomato a livello mondiale, con un negozio che chiude i battenti dopo 11 anni di attività. (La Stampa)

Savona. Preoccupazione tra i commercianti per la chiusura di un altra attività commerciale a Savona. L'ultimo ad abbassare definitivamente la serranda è stato il punto vendita di Benetton in via Paleocapa. (IVG.it)

Questa decisione rappresenta una delle mosse... L'ondata di chiusure nel Gruppo Benetton continua: dopo i 100 negozi chiusi nel 2024, il 2025 vedrà la cessazione di altre 400 attività . (Virgilio)

Crisi Benetton, sono già 50 le uscite incentivate: e in Tunisia si fermano gli stabilimenti

Benetton Group ha annunciato un piano di chiusure di oltre 500 negozi di abbigliamento. Una ristrutturazione che, … (Il Fatto Quotidiano)

“La chiusura di Benetton, un altro negozio storico in città, è un segnale allarmante. Lo afferma in una nota Donata Gavazza, presidente di Federmoda Savona. (SavonaNews.it)

La conferma giunge da articoli di stampa di Tunisi e dagli stessi uffici di Ponzano Veneto. Attualmente è in corso un dialogo con il governo tunisino, che fa leva da un lato su condizioni di vendita vantaggiose della struttura di Monastir a cui è disposto Benetton (risulta che il gruppo trevigiano abbia già rifiutato offerte che non contemplavano il riassorbimento dei dipendenti) e dall’altro su contributi pubblici per incentivare l’avvio di nuove attività. (Corriere della Sera)