Abolita la censura cinematografica, ma sul web si vede di tutto

Morte definitiva della storica “censura cinematografica”, ma che fare con la pornografia in rete, accessibile liberamente anche dai minori?

Il silenzio assordante dello Stato sul caso YouTube / Byoblu. Silenzio assordante.

Il deputato dem potrebbe avere anche ragione, ma omette di segnalare che un simile provvedimento non può essere assunto autocraticamente (=arbitrariamente) dalla piattaforma: può essere soltanto un Autorità indipendente (Agcom?)

Il ministro Franceschini plaude alla morte della censura per i film cinematografici, ma ignora la pornografia su web accessibile ai minori e l’Agcom tace rispetto all’operato arbitrario di piattaforme come YouTube, Facebook, Google. (Key4biz.it)

Su altre fonti

“Abolita la censura cinematografica, definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti”, così il Ministro della cultura, Dario Franceschini che ha firmato il decreto che istituisce la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche presso la Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura con il compito di verificare la corretta classificazione delle opere cinematografiche da parte degli operatori. (FIRSTonline)

Con più malizia verrebbe da dire: è facile abolire la censura quando il cinema è morto. Molto bene: il ministro Dario Franceschini ha abolito per decreto la commissione che censura le opere cinematografiche. (Il Dubbio)

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L’ultima pellicola incorsa nel blocco è stata Morituris, di Raffaele Picchio, un horror che racconta le violenze perpetrate da un gruppo di gladiatori sulla popolazione romana. (L'agone)

Abolita la Censura Cinematografica. Un intervento ai sensi della Legge Cinema che introduce il sistema di classificazione e supera definitivamente la possibilità di censurare le opere cinematografiche. (lentepubblica.it)

È stato nel secondo dopoguerra che la censura cinematografica, sulla base di una legislazione potenziata dal regime fascista, mise nel mirino ogni opera non convenzionale, dai capolavori ai film di modesta levatura. (tgvercelli.it)