Maestra d’asilo licenziata per le foto intime, condannate la preside e una mamma

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La maestra, quindi, fu spinta a rassegnare le dimissioni durante una riunione burrascosa in cui fu «additata» e «umiliata» per avere fatto «certe cose»

L’uomo, assolto nel processo con rito abbreviato, girò le foto alla moglie mentre, secondo l’accusa, il collega condannato le inoltrò alla direttrice dell’istituto.

La sentenza del Tribunale di Torino. Nel 2018 una maestra d’asilo perse il proprio posto di lavoro dopo essere stata vittima di revenge porn . (BlogSicilia.it)

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E da lì erano finiti sul banco degli imputati non solo la dirigente scolastica dell’asilo, che, dopo essere venuta a conoscenza delle immagini, avrebbe costretto l’insegnante a dimettersi, ma anche la mamma della bambina dell’asilo, moglie del compagno di calcetto dell’ex fidanzato che avrebbe diffuso i contenuti erotici. (Zoom24.it)

Un anno e un mese alla dirigente scolastica di un asilo del Torinese e un anno alla mamma di un alunna. In abbreviato è stato assolto il papà dell’alunna e marito della donna imputata, mentre un’altra maestra è stata condannata a 8 mesi per violazione della privacy (Gazzetta del Sud)

Maestra vittima di revenge porn nel Torinese: la ricostruzione della vicenda. La vicenda risale al marzo del 2018. Finisce con diverse condanne il caso della maestra d’asilo piemontese vittima di revenge porn. (Improntaunika.it)

Condannata invece a 8 mesi anche un’altra maestra "Siamo tutti cattivi in una storia raccontata male", ha commentato la preside per tentare di giustificarsi. È stata condannata a un anno e due mesi di reclusione la dirigente scolastica che ha licenziato la maestra torinese che era stata vittima di “revenge porn“. (Quotidianpost.it)

Una ragazza ventenne è stata costretta improvvisamente a lasciare il proprio posto di lavoro, maestra in un asilo di Torino. Processo maestra asilo – dopo anni di attesa si arriva a una svolta. (Informa-press)

La maestra fu quindi vittima due volte: inizialmente del Revenge Porn messo in atto dal suo ex fidanzato, quindi del giudizio di persone che non la vedevano come una vittima ma come una complice. Dopo il processo, la maestra ha commentato: “Quel che è fatto è fatto, e il danno non si cancella, ma almeno con questa sentenza è emersa la verità (CheDonna.it)