Amazon, nuova scomoda verità per il colosso di Bezos: “I nostri autisti erano costretti”

Yeslife ESTERI

Le accuse sollevate dal deputato hanno messo ai ferri corti Amazon che alla fine ha dovuto ammettere le sue colpe di fronte alla condizione dei suoi sottoposti.

Le accuse lanciate da un deputato dem. Ancora nel mirino il colosso fondato da Jeff Bezos dopo lo sciopero a livello nazionale che ha bloccato le filiali Amazon in tutta Italia lo scorso 22 marzo.

Dopo aver respinto seccamente per settimane le affermazioni, ha convalidato quanto sostenuto, sollevando però un polverone mediatico non indifferente

Usa, Amazon ammette: “A volte i nostri autisti sono stati costretti a fare pipì nelle bottiglie durante i viaggi”. (Yeslife)

Se ne è parlato anche su altri media

La notizia non è recente, ma la novità è che, dopo averlo negato per mesi, l'azienda ora lo ammette. "Dobbiamo delle scuse a Pocan", hanno fatto sapere da Seattle. (Rai News)

E' purtroppo vero, e non è quindi solo una leggenda, il fatto che i dipendenti di Amazon sarebbero a volte costretti a fare pipì nelle bottiglie di plastica, per non perdere tempo nelle consegne. Lo stesso regista Ken Loach, nell'ultimo film «Sorry we missed you», aveva rivelato questo agghiacciante particolare. (La Sentinella del Canavese)

Dopo aver respinto seccamente per settimane le affermazioni del membro del Congresso, la societa’ alla fine ha ammesso la sua responsabilita’, sottolineando come aver negato sia stato “un autogol”. (il Fatto Nisseno)

“Pagare i tuoi impiegati 15 dollari all’ora non ti rende un posto di lavoro all’avanguardia – aveva detto rivolgendosi al gigante dell’e-commerce – se poi costringi i tuoi impiegati a fare pipì nelle bottiglie di plastica”. (News Mondo)

Dopo aver respinto seccamente le affermazioni del deputo, la società alla fine ha ammesso la sua responsabilità, osservando di non aver fornito una risposta accurata. Era stato il magazine Vice a pubblicare foto di bottiglie piene di urine e condividere le testimonianze di lavoratori che vista la pressione di far presto nelle consegne non si fermavano a urinare. (Open)

Pocan, sempre attraverso Twitter, ha replicato: "Non si tratta di me ma dei vostri impiegati, che non trattate con sufficiente rispetto e dignità. Iniziate a riconoscere le condizioni di lavoro inappropriate che avete creato per tutti i vostri dipendenti" (Fanpage.it)