Long Covid, rischio infarto e ictus resta elevato anche mesi dopo l'infezione

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Nel frattempo, i ricercatori stanno cercando di capire anche chi è più a rischio di questi problemi cardiaci, per quanto tempo persiste il rischio e cosa causa questi sintomi.

A cura di Ida Artiaco. Il rischio di problemi cardiocircolatori, come ictus e infarto, resta alto anche mesi dopo aver contratto l'infezione da Covid-19.

Long Covid, rischio infarto e ictus resta elevato anche mesi dopo l’infezione Secondo quanto pubblicato sulla rivista Nature, una serie di studi confermano che il rischio di problemi cardiocircolatori, come ictus e infarto, resta alto anche mesi dopo aver contratto l’infezione da Covid-19: “Il contagio può alterare in modo permanente la salute di alcune persone, riducendone la qualità della vita sul lungo periodo”. (Fanpage.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

Alcuni studi suggeriscono infatti che il rischio di problemi cardiovascolari, come un infarto o un ictus, rimane elevato anche molti mesi dopo la scomparsa di un'infezione da SARS-CoV-2. Le reinfezioni aumentano il rischio sul cuore e la variante Omicron può influenzera il sistema cardiovascolare in modo drastico come altre varianti (ilmessaggero.it)

Questi coaguli possono ostruire i vasi sanguigni, causando danni lievi come il dolore alle gambe o gravi come un infarto. Omicron, ecco perché chi è stato contagiato rischia infarto e ictus secondo nuovi studi americani. (Money.it)

La ricerca coordinata da Ziyad Al-Aly, epidemiologo della Washington University di St. Louis, Missouri, indaga a fondo gli effetti del Covid sul sistema circolatorio dopo la fase acuta del virus. I ricercatori, come riportato da Il Messaggero, sono ancora al lavoro per cercare di capire la frequenza dei problemi. (iLMeteo.it)

Secondo Al-Aly, i risultati suggeriscono che il Covid-19 potrebbe alterare in modo permanente la salute di alcune persone. Secondo i calcoli della ricercatrice, questi dati suggeriscono che il Covid-19 avrebbe aumentato i tassi di infarto di circa l’8% e di ictus di circa il 2%. (Sky Tg24 )