Abedini felice per la liberazione di Cecilia Sala

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INTERNO

Mohammad Abedini Najafabadi, ingegnere svizzero-iraniano arrestato a Malpensa il 16 dicembre scorso su richiesta degli Stati Uniti, ha espresso sollievo per la liberazione della giornalista Cecilia Sala, avvenuta recentemente. Il suo legale, Alfredo De Francesco, ha dichiarato che Abedini, pur preoccupato per la propria situazione, è soddisfatto di non essere più collegato direttamente alle condizioni di Sala. Durante l'arresto di Abedini, nel trolley sequestrato sono stati trovati computer, documenti commerciali e alcune SIM per strumenti personali e cellulari, ma nulla di delinquenziale, come ha precisato De Francesco all'uscita dal carcere di Opera.

L'avvocato ha inoltre sottolineato che l'assenza dell'ambasciatore iraniano all'incontro è dovuta a impegni istituzionali e non a motivi di altra natura. De Francesco ha ribadito che non esiste alcun collegamento tra il caso di Abedini e la liberazione di Cecilia Sala, smentendo così eventuali ipotesi di connessione tra i due eventi. La vicenda di Abedini, che ha visto il sequestro di telefoni e USB su ipotesi rogatoria degli Stati Uniti, continua a destare attenzione, ma il legale ha chiarito che il suo assistito non può essere ritenuto responsabile delle sofferenze di Sala.

La situazione di Abedini rimane complessa, con sviluppi giudiziari ancora in corso, ma la sua posizione sembra essersi alleggerita con la recente liberazione della giornalista. De Francesco ha concluso il colloquio in carcere con il suo assistito ribadendo l'estraneità di Abedini rispetto al caso di Sala, cercando di dissipare ogni dubbio residuo sulla questione.