L’allarme dell’Istat: “Shock economico senza precedenti. In Italia crollo dei consumi fino al 9,9%”

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Questo contesto ha determinato significative revisioni al ribasso delle previsioni del Pil mondiale che è atteso registrare nel 2020, senza eccezioni, una flessione", si legge.

Ma se le misure di chiusura proseguissero fino a giugno, si potrebbe avere un calo fino al 9,9%.

Allo stesso tempo l'economia italiana deve fare il conto con il crollo dei consumi: se il lockdown si limitasse ai mesi di marzo e aprile la riduzione dei consumi si fermerebbe al 4,1% su base annua. (Fanpage.it)

Ne parlano anche altre fonti

Nel primo caso la riduzione dei consumi sarebbe pari al 4,1% su base annua mentre nel secondo al 9,9%. La riduzione dei consumi determinerebbe una contrazione del valore aggiunto dell'1,9% nel primo scenario e del 4,5% nel secondo», sottolinea il rapporto. (La Stampa)

La riduzione dei consumi determinerebbe una contrazione del valore aggiunto dell’1,9% nel primo scenario e del 4,5% nel secondo. “Nel primo caso la riduzione dei consumi sarebbe pari al 4,1% su base annua mentre nel secondo al 9,9%”. (Money.it)

La rapida evoluzione della pandemia rende difficile rilevare l'intensità degli effetti sull'economia reale con gli indicatori congiunturali la cui diffusione avviene con un ritardo fisiologico rispetto al mese di riferimento. (Tutto Napoli)

Nel primo caso la riduzione dei consumi sarebbe pari al 4,1% su base annua mentre nel secondo al 9,9%. La riduzione dei consumi determinerebbe una contrazione del valore aggiunto dell’1,9% nel primo scenario e del 4,5% nel secondo. (Finanzaonline.com)

Boom vendite alimentari grande distribuzione. Condividi. "Lo scenario internazionale è dominato dall'emergenza sanitaria. Per famiglie e imprese crisi senza raffronti Coronavirus, Istat:shock senza precedenti per economia. (Rai News)

La caduta del valore aggiunto rispetto allo scenario in assenza di lockdown è fortemente eterogenea a livello settoriale. Nel primo caso la riduzione dei consumi sarebbe pari al 4,1% su base annua, mentre nel secondo al 9,9%. (Milano Finanza)