Dal G8 di Genova al sovranismo, la mia generazione deve trovare una via d'uscita | estense.com Ferrara

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A differenza del Buffalo Bill cantato da De Gregori, quella generazione non ha firmato il contratto col circo.

E poi la questione che è stata purtroppo centrale prima, durante e dopo il G8: la repressione del dissenso e la tenuta della democrazia.

di Leonardo Fiorentini. Sono passati 20 anni dal vertice di Genova del G8 e dalle manifestazioni di dissenso represse nel sangue.

Non ne ero mai fuggito, prima di Genova. (Estense.com)

Ne parlano anche altri media

Lungo il cammino, luogo per luogo, abbiamo affrontato questioni sociali e ambientali del momento, con visite guidate e incontri con singoli e associazioni". piedi sotto il sole dalla caserma di Bolzaneto, in Val Polcevera, e sino in piazza Alimonda, alla Foce, e poi alla scuola Diaz di via Cesare Battisti, ad Albaro, dove arriveranno solo a tarda serata. (Primocanale)

"Inoltre trovo veramente incommentabile - conclude Berrino - il silenzio della sinistra istituzionale che non ha condannato lo striscione offendendo così la memoria di nostri connazionali, tra cui Norma Cossetto, che hanno trovato la morte per odio ideologico dei comunisti titini” “Uno striscione che è una vergogna: i centri sociali non perdono mai l’occasione di dimostrare quanto siano miserabili e beceri, Genova non merita di essere deturpata da tutto questo. (LaVoceDiGenova.it)

"La cosa più brutta è stato dover sparare, ma ero un Carabiniere". Purtroppo ne ho subite tante nella vita, ma la cosa più brutta è stato dover sparare. (Adnkronos)

Così Mario Placanica intervistato dal direttore dell’Adnkronos Gian Marco Chiocci nel corso del convegno dal titolo ‘Dal G8 di Genova a Roma. Placanica, visibilmente provato, ha ricordato l’evento tragico “che è successo a due ragazzi, due ragazzi giovani. (Entilocali-online)

A Genova, vent’anni dopo. di Piero Ceccatelli. “Al G8 di Genova ero nella caserma Diaz assieme ad altre 92 persone, come me tutte pestate ed arrestate. (Luce)

Un fiorire di musica militante, in cui i diritti erano cantati, le lotte e l’antifascismo si legavano ai volti della musica indipendente, perfino il concerto del Primo Maggio sembrava un mezzo per sognare quel cambiamento. (Il Manifesto)