Jabil, a Marcianise licenziati gli ultimi 413 addetti

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Il Sole 24 ORE ECONOMIA

La storia dell’elettronica a Marcianise, in provincia di Caserta, si chiude proprio nel modo che le parti sociali avrebbero voluto evitare. Stiamo parlando di una lunga storia il cui inizio si perde molti anni fa, quando Jabil, la multinazionale americana dell’elettronica, ha iniziato a dare segnali negativi sulla sostenibilità del sito italiano. Segnali su cui ci sono stati molti tentativi di invertire la rotta che, però, non hanno dato l’esito sperato, al punto che la storia si chiuderà con la 223/91, la legge più invisa a sindacati e lavoratori, quella dei licenziamenti collettivi. (Il Sole 24 ORE)

La notizia riportata su altri media

Da quel momento la Jabil potrà iniziare ad inviare ai lavoratori le lettere di licenziamento. È partita formalmente la procedura di licenziamento collettivo per tutti i 413 dipendenti dello stabilimento di Marcianise, nel Casertano, della multinazionale Usa dell’elettronica Jabil. (Il Fatto Quotidiano)

Venerdì una mail giunta a tutti i lavoratori del sito di Marcianise annunciava l’avvio dell’iter che porterà al licenziamento entro il 25 marzo. L’appuntamento è per domani mattina davanti ai cancelli della Jabil di Marcianise. (La Repubblica)

«Recentemente - si legge nella nota - Jabil Marcianise ha lavorato a una soluzione per preservare lo stabilimento di Marcianise, garantendo la sua sostenibilità economica e proteggendo i posti di lavoro di tutti i dipendenti. (ROMA on line)

Caserta, partono i licenziamenti collettivi alla Jabil di Marcianise

Leggi tutta la notizia A luglio scorso la multinazionale americana dell'elettronica aveva comunicato ufficialmente ai... (Virgilio)

È una nota dell'azienda ad annunciare l'avvio dell'iter, previsto dalla legge, che porterà al licenziamento dei lavoratori entro 75 giorni, che scadono il 25 marzo. (La Repubblica)

La multinazionale Usa dell’elettronica Jabil chiude la sede di Marcianise, ai 413 dipendenti le lettere di licenziamento arriveranno a partire dal 25 marzo. I vertici dell’azienda se la prendono con lavoratori e sindacati che non hanno voluto accettare la soluzione prospettata: un accordo sostenuto dal governo (tramite Invitalia) per transitare in Tme Engineering. (il manifesto)