Gaza. Ankara: senza accordo gli Usa si ritireranno da colloqui
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Ankara comunica rapidamente che se entro due settimane non sarà raggiunto un accordo nel negoziato sul cessate il fuoco a Gaza e sullo scambio di prigionieri gli Stati Uniti si ritireranno dai colloqui. Lo ha fatto sapere il ministero degli esteri turco, citando informazioni ottenute da Hamas. Come riferisce Anadolu, il ministero turco ha fatto sapere che, sempre secondo Hamas, Israele continua a porre nuove condizioni nel negoziato e che gli Usa non esercitano pressioni sullo Stato ebraico (Avanti Online)
Su altri giornali
GERUSALEMME – Israele è “aperta” a considerare il ritiro dal Corridoio di Philadelphi se qualcuno sarà capace di assicurare che per Hamas non sarà possibile riarmarsi attraverso i suoi tunnel e le condizioni per il cessate il fuoco permanente devono includere questa garanzia. (la Repubblica)
– Manifestazione ieri sera a Tel Aviv per chiedere un accordo per il rilascio degli ostaggi ancora detenuti Gaza: i partecipanti hanno trasportato finte bare con le bandiere israeliane chiedendo di spingere per un’intesa. (LAPRESSE)
Il braccio di ferro tra il presidente americano che vuole concludere la sua carriera con un atto di pace in Medio Oriente e l’ostinazione del premier israeliano pronto a qualsiasi astuzia pur di perpetuare il suo già lungo potere alla testa di Israele, forse non troverà una soluzione stabile nonostante l’indurimento della posizione americana sulle responsabilità israeliane. (L'HuffPost)
Di David Brinn Ostaggi o Corridoio Philadelphi? In entrambi i casi, Israele è destinato a pagare un caro prezzo Il paese è spaccato e non potrebbe essere altrimenti: il nemico che ricorre al miserabile e disumano ricatto con ostaggi innocenti (dai dirottamenti aerei, alle Olimpiadi di Monaco, al 7 ottobre) costringe la controparte etica e civile in una posizione impossibile (israele.net)
Intervistato da Fanpage.it ha spiegato che a impedire il raggiungimento di un accordo che porti a un cessate il fuoco a Gaza, e alla liberazione dei prigionieri, è il primo ministro Netanyahu: "Li sta sacrificando sull'altare della sua personale sopravvivenza politica". (Fanpage.it)
ROMA – “Lo sciopero generale in Israele ha portato in strada un numero di manifestanti senza precedenti. Mauricio Lapchik, responsabile relazioni esterne di Peace Now: "Al premier non interessa nulla della volontà popolare" (Dire)