Addio Oliviero Garlini, bomber dell’Atalanta che portò la Dea in semifinale di Coppa delle Coppe

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Redazione Sport Redazione Sport   -   Il calcio italiano perde una delle sue figure più sincere, Oliviero Garlini, scomparso a 68 anni dopo una lunga malattia nella residenza socio-sanitaria della Fondazione Caccia di Gandino, in provincia di Bergamo. Nato a Stezzano, lo stesso paese che ha dato i natali a Gianpaolo Bellini, Garlini ha legato il suo nome soprattutto all’Atalanta, con cui visse l’epica cavalcata in Coppa delle Coppe 1987-88, culminata nella semifinale contro il Malines. Fu proprio lui, con un rigore trasformato con freddezza, a firmare il momentaneo vantaggio nerazzurro prima del ribaltamento belga che privò Bergamo di una finale europea, arrivata poi solo 36 anni dopo con la Champions League.

Quella notte, tra l’altro, Garlini regalò un gesto di rara umanità: dopo il gol, correndo verso la curva, abbracciò un amico disabile che assisteva alla partita dal bordo campo. Un dettaglio che, al di là del risultato, racconta il carattere di un uomo riservato ma capace di slanci generosi. La sua carriera, iniziata in Serie A con il Como nel 1976, lo portò a vestire maglie prestigiose – Lazio, Inter e Cesena su tutte – senza mai perdere quella concretezza che lo rese un centravanti affidabile, specialmente in Serie B. Con l’Atalanta, dove arrivò nel 1987, segnò 18 reti contribuendo alla promozione in A e scrivendo una delle pagine più luminose della storia del club.