Inail, verso il no al risarcimento per chi non si vaccina

QuiFinanza INTERNO

editato in: da. I lavoratori della sanità che rifiutano il vaccino potrebbero rischiare di non avere il risarcimento per l’infortunio sul lavoro nel caso dovessero ammalarsi di Covid.

Nel 2020 è stato deciso che aver contratto l’infezione, per il personale sanitario, era da ritenersi un infortunio sul lavoro, ma non c’erano ancora i vaccini

Quindi si deve valutare se la persona contagiata è da considerarsi in malattia o se si tratta di infortunio sul lavoro. (QuiFinanza)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Inail, sì o no al risarcimento danni sul posto di lavoro dopo aver rifiutato il vaccino e aver contratto il Covid-19? Secondo la legge, del resto, un datore di lavoro non può chiedere se un proprio dipendente si sia vaccinato oppure no (Consumatore.com)

Sicurezza sul lavoro: pubblicato il bando INAIL 2021 per gli enti che vogliono presentare progetti di formazione su salute e prevenzione in contesti lavorativi. Sicurezza sul lavoro: bando INAIL 2021 per progetti di formazione. (Informazione Fiscale)

L’INAIL riconosce alle casalinghe assegni da 106,02 a 1.292,90 euro al mese in questi casi. OFFERTA SPECIALE - SOLO OGGI. Oil Free Fryer, la vera friggitrice ad aria Scopri il prezzo lancio. L’INAIL riconosce alle casalinghe assegni da 106,02 a 1.292,90 euro al mese in questi casi. (Proiezioni di Borsa)

L'istruttoria dell'Inail sul parere è ancora agli inizi, ma l'orientamento sembra già consolidato: in un caso simile, il contagio non può essere considerato infortunio sul lavoro. L'orientamento dell'Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro (Inail) sembra essere quello di escludere da eventuali risarcimenti quanti rifiutano di immunizzarsi contro il Covid. (Nurse24)

L’Inail ha fatto però già sapere che il contagio non può essere considerato infortunio sul lavoro. Dopo il caso dei 15 infermieri dell’ospedale San Martino di Genova contagiati dopo aver rifiutato il vaccino interviene l’Inail. (Nurse Times)

La storia è partita dal caso dei quindici infermieri del San Martino portato alla luce dal Secolo XIX. Ci sono però alcuni pronunciamenti del Garante della Privacy che potrebbero complicare la questione e costringere l'Inail a recedere dai suoi intenti. (Today.it)