Iddu di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia a #Venezia81, la recensione di Federico Pontiggia
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Iddu, ovvero Matteo Messina Denaro. Antonio Piazza e Fabio Grassadonia ne fanno un fantasma "visualizzabile", muovendo dall'imperativo morale e poetico messo in esergo: la realtà è un punto di partenza, non una destinazione. Succede che Matteo, Elio Germano, e Catello, Toni Servillo, il boss e il padrino, il mafioso e il politico si - e ci - prendano a braccetto tra finzione e mondo possibile, sogno e (messa all')incanto di un paese e, ancora prima, una terra che suscita - e anche resuscita - l'Ecclesiaste, prediligendo "chi ancora non è nato, perché ancora non ha visto tutto il male che si fa sotto il sole" - e la Sicilia è assolata assai. (cinematografo.it)
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L’espressione di ghiaccio di un giovane padrino Concentrandosi su una fase della latitanza del boss Matteo Messina Denaro e sulla sua corrispondenza con il padrino di battesimo Catello, Grassadonia e Piazza in Iddu alternano equamente scene con i due protagonisti Germano e Servillo, dramma mafioso e commedia grottesca, ma il film procede rigidamente senza lasciare molto su cui riflettere allo spettatore. (quinlan.it)