Parolin e l'ansia da pontificato: "Sono turbato", confessa il favorito al soglio di Pietro

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Redazione Interno Redazione Interno   -   Mentre il conclave entra nel vivo, tra i cardinali riuniti nella Cappella Sistina spicca un nome su tutti: quello di Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano e principale candidato a raccogliere l’eredità di Francesco. Ma dietro l’apparente freddezza diplomatica, l’italiano – originario di Schiavon, in provincia di Vicenza – nasconde un’inquietudine che ha confessato a pochi. «Sono un po’ turbato», ha ammesso in un messaggio privato all’amico Roberto Apo Ambrosi, rispondendo alla domanda su quale fosse «la cosa migliore» per lui. Un’ansia che ricorda la profezia ironica di Nanni Moretti in Habemus Papam, dove un pontefice eletto si paralizza di fronte al peso della tiara.

Tra i 133 elettori, i favoriti si dividono in tre correnti: progressisti, conservatori e moderati. Tra i primi spiccano Matteo Maria Zuppi, impegnato nella mediazione tra Russia e Ucraina, e Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia noto per l’accoglienza ai migranti. Sul fronte opposto, Raymond Leo Burke – reduce da una grave forma di Covid – e Gerhard Ludwig Müller guidano la fronda più intransigente, contraria a qualsiasi apertura su divorziati, omosessuali o diaconato femminile. La via mediana è rappresentata da figure come lo svedese Anders Arborelius o Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, apprezzato per la schiettezza.