Concerto Primo Maggio: "Mai più Fedez in Rai finché non chiede scusa" - Il video dell

"Buon primo maggio e buona festa a tutti i lavoratori - ha iniziato Fedez -

Non accenna a placarsi la polemica tra Fedez e la Rai, anzi.

Intanto, ecco il testo del discorso portato sul palco del Concertone da Fedez, diventato ormai un vero e proprio caso politico.

Intanto, è ormai virale la telefonata con la Rai che Fedez ha voluto registrare e poi condividere sui social.

L'azienda infatti è passata all'attacco e ha tuonato: "Mai più Fedez in Rai finchè non chiede scusa". (Giornale di Sicilia)

Ne parlano anche altri giornali

Un gesto, quello di Federico Lucia, definito da molti "rivoluzionario" per il coraggio di smascherare il "sistema" Rai e gridare alla censura. Una viralità impensabile ai tempi degli Elii, quando il tam tam social non era ancora un miraggio nella testa degli informatici più visionari e Mark Zuckerberg aveva appena sette anni (Today.it)

Di certo c’è la reazione del diretto di Rai 3, Franco Di Mare, che ha accusato Fedez di aver fatto accuse gravi e infamanti, e soprattutto infondate. Se il rapper non si scuserà con l’azienda per quanto accaduto sulla vicenda della presunta censura, non metterà mai più piede in Rai. (instaNews)

La Rai ha assunto posizione dopo le polemiche scaturite dal discorso di Fedez al concertone del Primo Maggio: o questo si scuserà o non apparirà mai più in video. (Leggilo.org)

«Chi ha consentito a Fedez di fare pubblicita' alla Nike?», attacca ancora Capitanio, «ha dimenticato lo sfruttamento del lavoro minorile in Cambogia che investì proprio quella multinazionale. Dalle prime verifiche che ho fatto risulta che la Rai abbia speso circa 600mila euro tra costi esterni e costi di produzione. (La Stampa)

E ora la Rai pensa a come difendersi e a come recuperare credibilità. Una telefonata di oltre 11 minuti è stata ridotta a un collage di nemmeno 3 minuti che ha scatenato l'ira della Rai. (ilGiornale.it)

Questo deve essere chiaro, senza equivoci e non accettiamo strumentalizzazioni che possano ledere la dignità aziendale e dei suoi dipendenti. Nessuna censura”, per poi sostenere che ”questo è il momento giusto per riformare la Rai e sottrarla alle ingerenze della politica”. (Primaonline)