I progetti di Christopher Rufo, l'italo-americano che ha ideato la campagna contro le università

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Un articolo pubblicato l’8 febbraio 2025 anticipa, nei dettagli, la campagna contro Harvard e le Università lanciata in questi giorni dal presidente americano. Si intitola, trumpianamente, «How to Make Universities Great Again». Lo ha scritto Christopher Rufo, 40 anni, l’uomo del momento, l’ospite forse più richiesto dalle tv e dai media di orientamento conservatore. Nella sua casa a Gig Harbor, nello Stato di Washington, costa occidentale degli Stati Uniti, Rufo ha installato uno studio per le registrazioni, con tanto di insegna luminosa, «on Air», in onda, che serve, così ha raccontato, a tenere alla larga i suoi due bambini (una terza è appena arrivata). (Corriere della Sera)
Ne parlano anche altri giornali
Nascondere dietro al paravento della lotta all’antisemitismo l’attacco all’autonomia e all’indipendenza delle università americane è l’ultima disgraziata trovata del presidente Trump e della sua amministrazione. (Corriere della Sera)
In una lettera pubblicata sul suo sito Intenet, il presidente dell’ateneo Alan Garber ha dichiarato che Harvard “non rinuncerà alla propria indipendenza né rinuncerà ai propri diritti costituzionali” e che “nessun governo, indipendentemente dal partito al potere, dovrebbe dettare cosa possono insegnare le università private”. (ISPI)

Tra queste, la chiusura dei programmi di diversità, equità e inclusione (DEI), la revisione delle politiche di ammissione e assunzione per privilegiare il "merito", la cooperazione con le autorità migratorie e restrizioni alle proteste studentesche, inclusi divieti sull'uso di maschere facciali durante le manifestazioni. (Tiscali Notizie)
Dodici ore dopo la presa di posizione dell'università di Harvard, anche la Columbia University ha fatto retromarcia e ha deciso di non cedere alle pressioni dell'amministrazione Trump contro gli atenei, colpevoli di produrre un "regime di censura di sinistra" e, dall'inizio della guerra di Gaza, di appoggiare le proteste pro-palestinesi e promuovere per una cultura "antisemita". (TGLA7)