Fumata nera dell’industria: 26 mesi di crollo

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Dopo che la produzione industriale è rimbalzata in Germania del 3% a marzo, il primato del governo Meloni è indiscusso. Non c’è nessuno che abbia fatto peggio negli ultimi 26 mesi. Ieri l’Istat ha allungato di un’altra trentina di giorni la crisi industriale che coinvolge tutte le categorie, tranne la produzione dell’energia. A marzo l’indice generale della produzione è diminuito in termini tendenziali dell’1,8%, quello destagionalizzato è aumentato dello 0,1% da febbraio. (Il Manifesto)
Ne parlano anche altre fonti
Segnali contrastanti emergono dai dati sulla produzione industriale italiana di marzo diffusi dall’Istat (link ai dati completi in pdf) . Su base mensile, l’attività industriale segna una timida crescita dello 0,1% rispetto a febbraio, confermando una modesta tendenza positiva già visibile nel primo trimestre dell’anno, che chiude con un rialzo dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti. (Confcommercio)
Stasera, sabato 10 maggio 2025, alle ore 21.20, Rai 3 trasmetterà un nuovo entusiasmante episodio di “Sapiens – Un solo pianeta”, il programma condotto da Mario Tozzi che esplora questioni cruciali legate alla scienza e all’ambiente. (SofiaOggi.com)
Segno più, invece, per beni strumentali (+2,2%) e beni intermedi (+1,1%) che presentano aumenti congiunturali. Considerando il dato al netto degli effetti di calendario, il terzo mese dell’anno vede un calo dell’1,8%. (Business24 TV)

Lo rileva l'Istat, aggiungendo che al netto degli effetti di calendario, sull'anno l'indice generale è diminuito in termini tendenziali dell'1,8%. Nella media del primo trimestre, il livello della produzione è salito dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti. (Tgcom24)
Lo ha reso noto l'Istat spiegando che, al netto degli effetti di calendario, a marzo l'indice generale è diminuito in termini tendenziali dell'1,8%. I giorni lavorativi di calendario sono stati 21 come a marzo 2024. (ItaliaOggi)
Una debolezza quella del sistema industriale che preoccupa sia i sindacati sia i consumatori che parlano di ‘disastro’, mentre Confcommercio mette in guardia sulla “riduzione nei beni di consumo”. (Juorno)