Trump non cede sui dazi del 145% alla Cina, ma a Ginevra si prova a trattare


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Donald Trump, rispondendo ai giornalisti dallo Studio Ovale, ha escluso ogni apertura sulla riduzione dei dazi del 145% imposti sui prodotti cinesi, definendoli una condizione non negoziabile. La presa di posizione arriva a poche ore dall’annuncio di un incontro, previsto nel weekend a Ginevra, tra le delegazioni commerciali di Washington e Pechino, le cui relazioni restano tese dopo anni di scambi colpiti da barriere tariffarie e accuse reciproche di pratiche sleali.
A sedersi al tavolo svizzero saranno il segretario al Tesoro americano Scott Bessent e il rappresentante per il Commercio Jamieson Greer, mentre la Cina affiderà le trattative al vicepremier He Lifeng, considerato uno dei negoziatori più abili del Paese. Che sia stato proprio il governo statunitense a chiedere il confronto, come sottolineato da fonti vicine alle trattative, lascia intendere una volontà di dialogo, seppur in un contesto ancora segnato da diffidenze.
Trump, tuttavia, ha ribadito con toni netti che non intende abbassare la guardia. «Non sono disponibile a ritirare i dazi», ha dichiarato, senza lasciare spazio a interpretazioni. La mossa, che rischia di complicare i colloqui, conferma la linea dura dell’amministrazione verso Pechino, accusata a più riprese di manipolare i mercati e violare la proprietà intellettuale.
L’appuntamento di Ginevra rappresenta comunque un primo tentativo di distensione dopo mesi di scontri, con l’aggravarsi di una guerra commerciale che ha visto entrambe le economie infliggersi colpi sempre più duri. Se da un lato gli Stati Uniti hanno mantenuto fermezza sulle tariffe, dall’altro la Cina sembra voler giocare d’anticipo, consapevole che il proprio arsenale negoziale – fatto di accesso a un mercato immenso e di una produzione ormai insostituibile in molti settori – potrebbe rivelarsi decisivo.