Trovata morta a Trieste, la polizia torna nell’appartamento di Lilly

Il Piccolo INTERNO

Trovate tracce di Dna sui sacchi neri che avvolgevano il corpo. TRIESTE La verità sulla morte di Liliana Resinovich potrebbe emergere dall’analisi del Dna rintracciato sui sacchi neri dell’immondizia che avvolgevano il corpo.

E pure sui sacchetti di nylon che le coprivano la testa.

Dopo la Tac e l’autopsia, che non hanno sciolto i molti dubbi che ancora gravano sul giallo, gli investigatori attendono risposte anche da questo esame. (Il Piccolo)

Su altre fonti

È in corso, intanto, in un’altra parte della città, l’autopsia sul corpo della donna. A riconoscerlo è stato in Questura il marito Sebastiano Visintin, attraverso delle foto della salma fornite dagli inquirenti. (Corriere della Sera)

Secondo quando emerso dall'emittente locale Telequatto, una donna avrebbe avvistato Liliana il 22 dicembre, tra le 8,50 e le 9 di mattina, nei pressi dell'ospedale Maggiore. "L'ho riconosciuta successivamente dalle foto emerse dopo la sua scomparsa. (triestecafe.it)

L'esame autoptico invece chiarirà le cause del decesso della donna, scomparsa da Trieste lo scorso 14 dicembre, sul cui corpo non erano stati rinvenuti segni di violenza. (Fanpage.it)

Al momento per la vicenda non risultano indagati. La nomina effettuata da Visintin in quanto parte offesa, è stata depositata nella giornata di ieri presso la Procura di Trieste, insieme a quella del medico legale di parte, Raffaele Barisani. (triestecafe.it)

Ma, allo stesso tempo, una vicenda molto anomala». Franca Leosini non trova nelle sue Storie maledette nulla di troppo vicino a quanto accaduto a Trieste: la scomparsa e poi la morte di Liliana, le ricerche partite un po’ in ritardo, il ritrovamento del corpo nel parco vicino a casa con la testa coperta da due sacchetti di nylon, l’autopsia che non dà certezze (Il Piccolo)

Ma "non sono stati rilevati traumi da mano altrui atti a giustificare il decesso", ha reso noto in un comunicato il procuratore Antonio De Nicolo Visintin oggi ha nominato come difensore di fiducia l’avvocato Paolo Bevilacqua, legale anche di Alejando Meran, l’assassino dei due poliziotti nella sparatoria avvenuta in Questura a Trieste nel 2019. (Il Friuli)