Proposta di legge del Pd: “Alla festa del 25 aprile cantare “Bella Ciao” subito dopo l’inno nazionale”

La Stampa INTERNO

Il brano è da sempre associato al periodo della Resistenza e alla festa della Liberazione del 25 aprile.

«Nello specifico, pertanto, con l'articolo 1, comma 1, si prevede il riconoscimento da parte della Repubblica della canzone “Bella ciao” quale espressione popolare dei valori fondanti della propria nascita e del proprio sviluppo.

La canzone, nella forma che oggi tutti conosciamo, non compare in nessun documento anteriore agli anni '50

Il brano, associato al periodo della Resistenza, verrebbe quindi eseguito alle cerimonie per la festa della Liberazione. (La Stampa)

Se ne è parlato anche su altri media

Il testo di legge è di poche righe e parte dal presupposto che Bella Ciao sia “un’espressione popolare” che rappresenti “valori fondanti” della Repubblica. Chiarissimo, graficamente, il riferimento alla serie tv Netflix di enorme successo “La casa di Carta”. (ComoZero)

La Repubblica riconosce la canzone 'Bella ciao' quale espressione popolare dei valori fondanti della propria nascita e del proprio sviluppo. La canzone popolare 'Bella ciao' è da sempre associata al periodo della Resistenza e alla festa della Liberazione del 25 aprile. (Tiscali.it)

“Fosse per me Bella Ciao sostituirebbe addirittura l’Inno di Mameli, intanto perché più bella; inoltre perché è veramente una canzone della Repubblica italiana nata dalla resistenza anti fascista; infine perché è un inno alla libertà, adottato in tutto il mondo e cantato in più lingue”. (Cremonaoggi)

Per di più è tragicomico il fatto che i partigiani, quelli veri fra i monti, non conoscevano nemmeno una parola di Bella ciao. Giorgio Bocca aveva giustamente dichiarato: «Nei venti mesi della guerra partigiana non ho mai sentito cantare Bella ciao, è stata un'invenzione del Festival di Spoleto» ben dopo la guerra. (ilGiornale.it)

Un canto dal significato storico che è stato condiviso nel tempo, ma che non compare nei documenti ufficiali. La prima apparizione è nel 1953, sulla rivista "La Lapa" di Alberto Mario Cirese, per poi essere inserita, proprio il 25 aprile del 1957, in una breve raccolta di canti partigiani pubblicati dal quotidiano "L'Unità" (Sky Tg24 )

Non vi chiedo che un gesto di generosità, cos'altro posso fare per voi oltre a umiliarmi e annichilirmi, ditelo e lo farò, ma lasciatemi questa musichetta, questa piccola, romantica, dolcissima canzone (la Repubblica)