L’avv. Carlo Taormina: “Voglio i soldi o la casa dove morì il piccolo Samuele”

Leggilo.org INTERNO

Nel marzo del 2017, il Tribunale di Bologna ha dato ragione all’avvocato Taormina, rendendo la sentenza immediatamente esecutiva.

Il legale che difese Anna Maria Franzoni non ha mai ricevuto il pagamento per quel processo.

Una vicenda che sta urtando molto l’opinione pubblica, essendo quella casa il teatro di uno dei più feroci omicidi degli ultimi anni, quello del piccolo Samuele, il 30 gennaio del 2002.

Inoltre gli avvocati hanno riscontrato un vizio di forma nella notifica dell’atto, che, a loro dire, renderebbe vano il tentativo avanzato da Carlo Taormina (Leggilo.org)

Su altri giornali

E’ contesa aperta sulla villetta di Cogne, teatro del terribile delitto che nel 2002 costò la vita al piccolo Samuele Lorenzi. Il decreto di pignoramento è stato notificato alla Franzoni lo scorso 22 ottobre e riguarderebbe proprio la casa, unico bene aggredibile. (Notizie.it )

Come fosse un monumento, levigato da diciassette anni di riprese televisive, servizi fotografici e migliaia di selfie macabri. La notizia che l’avvocato Carlo Taormina intende chiedere al tribunale di Aosta il pignoramento della villetta più famosa d’Italia per riscuotere i mancati pagamenti di Annamaria Franzoni , sua altrettanto celebre ex cliente, rappresenta un discreto paradosso. (Corriere della Sera)

La mamma di Cogne ha ormai pagato il suo conto con la giustizia e da circa un anno è una donna libera. Il penalista, ex parlamentare, vanta un credito con la Franzoni, sancito da una sentenza del tribunale civile di Bologna (Il Mattino)

Sulla vicenda si era già pronunciato il tribunale di Bologna nel 2017, obbligando Franzoni a risarcire Taormina. Il 22 ottobre alla donna è stato notificato il pignoramento di metà della villa di Cogne, teatro del delitto del piccolo Samuele. (Tuscia Web)

Ora però l’avvocato Carlo Taormina chiede di pignorare la villetta del delitto per recuperare il denaro del mancato pagamento della parcella. Diciassette anni dopo il delitto di Cogne, quando il 30 gennaio 2002 fu ucciso nel lettone di casa il piccolo Samuele Lorenzi, di appena tre anni, la villetta di frazione Montroz, da allora disabitata, è ora al centro di una disputa giudiziaria. (Corriere della Sera)

In pratica, oltre a un vizio nella notifica dell'atto, si sostiene che la villetta non è pignorabile perché è all'interno di un fondo patrimoniale, costituito a maggio 2009 da Franzoni e dal marito Stefano Lorenzi. (Leggo.it)