Coronavirus, Salvini contro la zona Arancione nazionale: "Basta con paure preventive"

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La proposta per contenere la diffusione delle varianti del Covid. Quella di una zona Arancione nazionale è un’ipotesi emersa nella mattinata del 20 febbraio.

La zona Arancione nazionale potrebbe essere una misura intermedia in grado di limitare la diffusione del Covid evitando la chiusura generale

Il leader della Lega Matteo Salvini si è schierato contro l’ipotesi di una zona Arancione nazionale, chiedendo chiusure mirate lì dove si ritiene che siano necessarie. (News Mondo)

Se ne è parlato anche su altre testate

Serve un cambio di passo. Il presidente Draghi ha ben chiara la situazione e penso che sarà lui a segnare un cambio di passo”. (LaPresse)

La domanda è lecita, il dubbio pertinente alla luce della sua svolta moderata ed “europeista” (almeno a parole), la risposta illuminante. Insomma, più Salvini tocca il governo e la politica, più i suoi fan lo ignorano o, nel dubbio, lo attaccano (neXt Quotidiano)

Matteo Salvini ha detto così la sua sui social: "Zona arancione in tutta Italia? Matteo Salvini, leader della Lega, ha messo le cose in chiaro ed ha pubblicato un messaggio chiaro sulla sua pagina Facebook. (AreaNapoli.it)

Quello su «l'irreversibilità dell'euro» è un passaggio sempre presente nei discorsi dell'ex presidente della Banca Centrale Europea, non una novità del Mario Draghi presidente del Consiglio per mandare frecciatine al leader della Lega. (LiberoQuotidiano.it)

Il leader della Lega sul suo profilo Facebook è intervenuto sulla possibilità che tutta Italia possa diventare arancione. L’ipotesi che, al momento, potrebbe essere presa in considerazione è quella di un’Italia “arancione” nei feriali e forse addirittura “rossa” nei festivi. (Ultim'ora News)

Decidevamo insieme e festeggiavamo insieme»: è un Matteo Salvini più tranquillo quello apparso ieri all'ennesima fase del processo per il caso Gregoretti nell'aula bunker Bicocca di Catania. La Bongiorno ha tenuto a dire che il messaggio che è passato dalle testimonianze era che «c'era una linea di governo condivisa che prevedeva che prima venissero redistribuiti i migranti e poi si procedesse allo sbarco. (il Giornale)