Elezioni, Magi (+Europa): “Era chiaro che nella coalizione ci sarebbero stati Fratoianni e Bonelli

Il Fatto Quotidiano INTERNO

Il Presidente di +Europa, Riccardo Magi, durante una pausa dai lavori della Direzione Nazionale risponde alle domande dei cronisti.

Magi racconta le fasi della riunione tra +Europa, Azione e ed il Pd, che ha portato al patto, poi rotto da Calenda.

“Era assolutamente chiaro che nella coalizione c’erano anche Fratoianni e Bonelli, altrimenti non sarebbe venuta la richiesta da parte di Calenda dell’esclusione dei leader della coalizione nei collegi uninominali, pensando proprio ai leader di quelle liste. (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altre testate

Ad Omnibus, su La7, mette nel mirino il nemico di sempre, Enrico Letta, l'uomo del "stai sereno". Il Terzo polo è un'occasione straordinaria, se c'è il Terzo polo cambia il Paese e se c'è il Terzo polo Draghi può tornare a palazzo Chigi. (Liberoquotidiano.it)

Coalizione troppo ristretta per poter pensare a una scalata. Il direttore di YouTrend, commentando il divorzio politico, ricorda che "si tratta di uno strappo subito dal Pd che segue lo strappo del M5S. (Liberoquotidiano.it)

L’ipotesi della nascita di un terzo polo sembrava essere definitivamente sfumata dopo la stipula del patto elettorale tra Enrico Letta e Carlo Calenda, che di fatto consegnava il potenziale azionista di maggioranza dei centristi (Calenda) al centrosinistra. (Nicola Porro)

L'ex ministro ascritto, e ascrittosi, per mancanza di prove nella coalizione di centrosinistra in realtà di prove di quale sia la sua zona politica davvero ne ha date diverse Tra Calenda e Letta è andata come tra lo scorpione e la rana della favola di Esopo. (L'HuffPost)

Chi sostiene di aver scoperto il terzo ci sta solo prendendo per i fondelli. Fuori dal centro di Roma e dai salotti chic disseminati su e giù per l'Italia Calenda è uno sconosciuto, una curiosa macchietta frutto della fantasia tutta italiana di sfornare personaggi improbabili e farli passare per statisti. (Liberoquotidiano.it)

Sicuramente avere più collegi uninominali da dividersi potrebbe essere accolto bene all’interno del partito, perché cade il rapporto 70%/30% che era una clausola dell’accordo con Carlo Calenda. Ma alla fine il conto potrebbe essere comunque non molto distante, considerato il fatto che i collegi che quasi sicuramente garantiranno un’elezione sicura non sono tanti (L'HuffPost)