Trattativa, i giudici: carabinieri assolti “agirono nell’interesse dello Stato”. Ma fu “improvvida iniziativa” seguita da “sconcertanti omissioni” su covo di Riina e latitanza Provenzano

Il Fatto Quotidiano INTERNO

Per i giudici i carabinieri avrebbero voluto “favorire la latitanza di Provenzano in modo soft”.

Per i giudici non c’è la prova certa dell'”ultimo miglio” ovvero che abbia comunicato all’allora premier Silvio Berlusconi la minaccia mafiosa.

L'”improvvida iniziativa” della trattativa da parte dei carabinieri ci fu, fu “accettata da Riina” e fu portata avanti, aprendo un “canale di comunicazione” con la mafia. (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altri giornali

La corte ha confermato le condanne per i capi Leoluca Bagarella e Antonino Cinà. sotto il terribile ricatto della ripresa (o della prosecuzione) della stagione stragista che aveva insanguinato gli anni 1992 e 1993» (La Stampa)

La sentenza d'appello del processo sulla trattativa Stato-mafia capovolge completamente il verdetto di primo grado dell'aprile 2018. La Corte d'assise d'appello di Palermo, lo scorso settembre era stata presieduta da Angelo Pellino (MeridioNews - Edizione Sicilia)

A scriverlo, nelle motivazioni della sentenza d’appello è il Presidente della Corte d’assise Angelo Pellino che non risparmia le critiche al collega di primo grado. In appello i tre ufficiali sono stati tutti assolti, così come l’ex senatore Marcello Dell’Utri, tutti accusati di minaccia a corpo politico dello Stato. (Secolo d'Italia)

“E’ assai più probabile, incrociando le varie fonti di datazione degli avvenimenti in oggetto, che Riina sia stato edotto dell’iniziativa dei carabinieri del R. La corte, presieduta da Angelo Pellino, condannò invece i boss Leoluca Bagarella e Antonino Cinà. (Giornale di Sicilia)

Per i giudici non c’è la prova certa dell'”ultimo miglio” ovvero che abbia comunicato all’allora premier Silvio Berlusconi la minaccia mafiosa. Per i giudici i carabinieri avrebbero voluto “favorire la latitanza di Provenzano in modo soft”. (Il Fatto Quotidiano)

I giudici ricordano anche le “doglianze che Borsellino aveva personalmente raccolto nei suoi contatti con i carabinieri del Ros”. Lo scrive la Corte d’assise d’appello di Palermo nelle motivazioni della sentenza d’appello del processo alla presunta trattativa Stato-mafia. (Grandangolo Agrigento)