Mafia, condannato l’ex senatore Antonio D’Alì

Trapani Sì INTERNO

Il provvedimento è stato letto dal presidente del collegio, Antonio Napoli, al termine di una breve camera di consiglio.

L’ex senatore trapanese Antonio D’Alì è stato condannato a 6 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.

Un episodio accertato da tutte le sentenze finora emesse, anche se coperto da prescrizione, che data all’indomani delle stragi del 1992 il legame tra D’Alì e Matteo Messina Denaro (Trapani Sì)

Ne parlano anche altri media

Le richieste dell’accusa. Nel secondo processo d’Appello la procura aveva chiesto 7 anni e 4 mesi per l’imputato. Così la corte d’Appello di Palermo. (BlogSicilia.it)

D'Alì è accusato di avere "contribuito al sostegno e al rafforzamento di Cosa nostra, mettendo a disposizione dei boss le proprie risorse economiche, e, successivamente, il proprio ruolo istituzionale di senatore della Repubblica e di sottosegretario di Stato" La Procura generale aveva chiesto una condanna a 7 anni e 4 mesi. (Adnkronos)

L'odierna condanna a sei anni dà quindi ragione all'accusa: «D'Alì con piena coscienza e volontà ha favorito Cosa nostra per più di 20 anni». Nella lista dei presunti falsi testi anche il pentito Giovanni Ingrasciotta e il prefetto Carlo Mosca deceduto però di recente. (La Stampa)

Antonio D’Alì, ex senatore di Forza Italia e sottosegretario all’Interno è stato condannato a 6 anni dai giudici della corte d’appello di Palermo. D’Alì era imputato di concorso esterno in associazione mafiosa nel processo d’appello bis celebrato dopo che la corte di cassazione aveva annullato con rinvio la sentenza della corte d’appello di Palermo. (EcodiSicilia)

Nelle prime due sentenze dopo quella data, i rapporti tra Cosa nostra e l'allora senatore non erano stati ritenuti provati. (Nuovo Sud)

Per i pm, che avevano chiesto la condanna a 7 anni e 4 mesi, l'ex senatore trapanese avrebbe avuto rapporti con le cosche e con esponenti di spicco dell'organizzazione come il superlatitante Matteo Messina Denaro, Vincenzo Virga e Francesco Pace, fin dai primi anni '90, e avrebbe cercato l'appoggio elettorale delle "famiglie". (Notizie - MSN Italia)