La rapina di Casavatore: i fucili puntati contro i bimbi in pizzeria sono l’abisso

Corriere della Sera INTERNO

Si ha quando tutto si confonde, quando realtà e finzione scivolano in un unico vortice

Né i camerieri, che continuano ad attraversare la sala con le pizze in mano, né i clienti.

di Marco Demarco. Due rapinatori sono entrati in una pizzeria e hanno puntato i fucili contro i presenti, tra cui famiglie con bambini, per farsi consegnare i loro beni.

Noi abbiamo anche avuto tutto il tempo di razionalizzare, di indignarci, di chiederci come siano possibili cose del genere. (Corriere della Sera)

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Oltre al danno, la beffa: clienti in fuga senza pagare dopo la rapina alla pizzeria a Casavatore. Due uomini armati di fucili hanno fatto irruzione alla pizzeria “Un posto al sole” per derubare titolari e clienti, scatenando il panico. (Internapoli)

Hanno fatto inginocchiare una persona, si sono diretti verso la cassa e poi hanno puntato le armi in faccia ai clienti, bambini compresi. Le testimonianze della rapina in pizzeria a Casavatore. Rubati cellulari, orologi e una catenina, sono poi scappati via in scooter. (Voce di Napoli)

I carabinieri del comando provinciale di Napoli, con i colleghi della compagnia di Casoria diretta dal maggiore Diego Miggiano e della caserma di Casavatore diretta dal luogotenente Rosario. Il testo completo di questo contenuto a pagamento è disponibile agli utenti abbonati (ilmattino.it)

Due rapinatori entrano in un ristorante, a Casavatore, in provincia di Napoli, e puntano le armi nei confronti delle famiglie presenti con bambini al seguito per farsi dare quanto in loro possesso e per portare via l'incasso della serata. (Lo Strillone)

I militari stanno eseguendo decine di perquisizioni presso le abitazioni di pregiudicati schedati come rapinatori tra la stessa Casavatore, Secondigliano e Arzano. Rapina al ristorante di Casavatore, le indagini. (L'Occhio di Napoli)

Rapina shock a Casavatore, in pizzeria con kalashnikov e fucile a pompa: presi una collana e 4 orologi di Anna Laura de Rosa. (La Repubblica)