Euro-dollaro: il cambio prosegue nella sua discesa

Milano Finanza ECONOMIA

Nella giornata di venerdì il cambio Euro/Dollaro (EUR/USD) ha subito una nuova flessione ed è sceso fino a quota 1,0940.

Prima di poter iniziare una risalita di una certa consistenza sarà invece necessaria un’adeguata fase riaccumulativa.

Solo il forte ipervenduto di breve termine può impedire un ulteriore cedimento che avrà un primo target in area 1,0925-1,0920 e un secondo obiettivo attorno a 1,09.

Soltanto il ritorno sopra 1,11 potrebbe fornire una prima dimostrazione di forza. (Milano Finanza)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Dopo aver messo a segno una serie di sei sedute con chiusura negativa, le quotazioni di Eur/Usd hanno dato vita ad una debole reazione a ridosso dei minimi del 2019. Il cambio è quindi arrivato sui livelli più bassi del 2019, in zona 1,0892 dove si potrebbe verificare un rimbalzo. (Money.it)

Nonostante i primi guadagni, l’Euro rimane debole con gli investitori preoccupati per l’impatto del coronavirus sull’economia mondiale, insieme all’incertezza politica in Germania. Inoltre, la presidente della BCE Christine Lagarde parlerà più avanti nella sessione di negoziazione, mentre il presidente della Federal Reserve americana Jerome Powell consegnerà una testimonianza semestrale al Congresso. (FX Empire Italy)

Questo è l’ultimo importante livello di supporto prima del minimo principale del 10 aprile 2017 a 1,0569. Se questo crea abbastanza slancio, allora cerca che le vendite possano estendersi al minimo principale dell’11 maggio 2017 a 1,0838. (Yahoo Finanza)

Ciò potrebbe innescare un’accelerazione al rialzo con l’obiettivo successivo il livello del 50% a 1,0993. Poiché la tendenza principale è in calo, cerca i venditori nel primo test di quest’area. (Yahoo Finanza)

Le indicazioni non costituiscono invito al trading. Il cambio Euro/Dollaro USA ha aperto a quota 1,0919, evidenziando un timido -0,12% rispetto alla chiusura precedente, mentre l'Euro/Yen vale 119,993, dopo aver iniziato gli scambi a 119,886. (Teleborsa)

Ad oggi il supereuro che tanto spaventò i mercati delle esportazioni un anno fa sembra solo un lontano ricordo. Di sicuro Donald Trump non potrà essere particolarmente felice di avere un dollaro eccessivamente forte, perché significherebbe frenare le esportazioni statunitensi, rallentando di conseguenza l’intera economia. (tviweb)