Crisi kazaka: Tokaev incolpa terroristi stranieri per giustificare aiuto russo

RENOVATIO 21 ESTERI

«Per i falchi di Londra, Washington e Berlino, i disordini in Kazakistan arrivano proprio al momento giusto.

Nel 2007 un affiliato del dittatore, Bulat Utemuratov, ha venduto la sua banca Atf a Unicredit per 2,1 miliardi di dollari.

Lo stesso Ablyazov ha quindi rilasciato varie interviste ai principali giornali italiani come il Corriere della Sera e La Stampa.

Ablyazov ha rivendicato direttamente, non si sa con quanta verità, la «guida della protesta» kazaka, ha scritto l’agenzia ANSA (RENOVATIO 21)

Se ne è parlato anche su altre testate

Diversi osservatori ritengono che in Kazakhstan sia in atto una lotta interna tra gruppi di potere. Giovedì la polizia kazaka ha affermato di aver ucciso “decine” di manifestanti e sabato, nonostante gli appelli internazionali contro le violenze, Tokayev aveva detto di aver autorizzato la polizia a sparare “per uccidere, senza avvertimento”. (la voce d'italia)

Lo rende noto la Questura con un comunicato (EspansioneTv)

Ciò è in netto contrasto con la dichiarazione rilasciata martedì dal presidente kazako Qasim-Jomar Tokayev davanti al parlamento. Secondo lui, il ministro della Difesa russo ha affermato che le forze di pace dell’OTSC stanno attualmente lavorando per proteggere importanti strutture militari, governative e sociali. (Consulenza Benessere)

l presidente del Kazakhstan Kassym Jomart Tokayev ha annunciato che i circa 2.000 soldati del Csto, l'alleanza militare guidata dalla Russia e di cui fanno parte sei repubbliche ex sovietiche, cominceranno a sciare il Paese tra due giorni. (RagusaNews)

Il presidente aveva chiesto ai Paesi del Trattato di sicurezza collettiva (Csto) guidato da Mosca di inviare soldati per aiutarlo a riprendere il controllo della situazione. Parlando al parlamento Tokayev ha ribadito che il paese ha ottenuto il successo contro i terroristi e ha ricordato la sua richiesta di asisstenza militare dal trattato di sicurezza collettiva. (TRT)

Dmitry Peskov, portavoce del presidente russo Vladimir Putin, ha affermato che le forze armate si ritireranno secondo il programma richiesto. Il suo arresto, sospettato di tradimento, ha alimentato la speculazione che le lotte intestine tra il regime fossero almeno in parte dietro le violenze della scorsa settimana (Generazione Scuola)