Proteste in Corea del Sud: manifestanti chiedono l'arresto del presidente destituito Yoon Suk Yeol
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Manifestanti sudcoreani si radunano vicino alla residenza del presidente destituito Yoon Suk Yeol a Seoul, chiedendo il suo arresto. Yoon è stato sospeso dopo un fallito tentativo di legge marziale e continua a resistere all'arresto a un giorno dalla scadenza del mandato. (ilmessaggero.it)
Ne parlano anche altre fonti
SEUL (Trentino)
Centinaia di sostenitori del presidente della Corea del Sud Yoon Suk Yeol , attualmente sotto impeachment , continuano a radunarsi davanti alla sua residenza ufficiale. Intendono proteggerlo dall'agenzia nazionale anticorruzione che lo vuole arrestare: lo scorso venerdì circa 150 investigatori dell'Agenzia anticorruzione e agenti di polizia hanno cercato di trattenere Yoon, ma sono stati fermati dall'intervento del servizio di sicurezza presidenziale. (Il Sole 24 ORE)
Un tribunale sudcoreano ha spiccato un nuovo mandato di arresto per il presidente Yoon Suk-yeol, attualmente sotto impeachment, dopo che il precedente tentativo era stato bloccato dal servizio di sicurezza presidenziale la scorsa settimana. (Il Sole 24 ORE)
La polizia della Corea del Sud continua a cercare il presidente Yoon Suk-Yeol che secondo le forze dell’ordine potrebbe essere fuggito per evitare di essere arrestato. Lo scorso 14 dicembre il presidente è stato messo in stato d’accusa dal Parlamento perché pochi giorni prima aveva imposto e poi ritirato la legge marziale, scatenando feroci proteste dei cittadini contro quello che era apparso come un tentativo di colpo di Stato. (Open)
Il presidente sudcoreano deposto, Yoon Suk-Yeol, sul quale pende un mandato di arresto per insurrezione, potrebbe essere fuggito dalla sua residenza ufficiale, nel quale è trincerato da quando, a metà dello scorso dicembre, il Parlamento lo ha messo in stato d'accusa per aver dichiarato la legge marziale (Italia Oggi)
Roma, 8 gen. – I procuratori sudcoreani hanno incriminato il capo dell’Agenzia nazionale di polizia e l’ex capo della polizia di Seoul per il loro presunto ruolo durante l’imposizione della legge marziale da parte del presidente Yoon Suk-yeol il 3 dicembre scorso, in un tentativo di colpo di mano dal quale il leader ha dovuto far marcia indietro in sei ore. (Agenzia askanews)