Colla e sticker sugli smart locker, la protesta della banda Robin Hood contro i B

Colla e sticker sugli smart locker, la protesta della banda Robin Hood contro i B
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INTERNO

Nella notte tra il 9 e il 10 gennaio, gli attivisti della cosiddetta "banda Robin Hood" hanno colpito nuovamente, questa volta in diverse città italiane, tra cui Torino, Bologna, Reggio Emilia, Roma, Napoli, Catania e Palermo. Gli attivisti, che si oppongono agli affitti brevi, hanno sabotato centinaia di key-lockers, le scatole nere utilizzate per il check-in automatico degli appartamenti destinati al turismo. La protesta, che si è estesa da Nord a Sud, ha visto la partecipazione di numerosi cittadini che hanno risposto alla chiamata degli attivisti, unendosi alla lotta contro un modello turistico che, secondo loro, alimenta le disuguaglianze, nega diritti e favorisce la speculazione immobiliare.

Gli attivisti hanno utilizzato colla e sticker per bloccare i lucchetti degli smart locker, rendendo impossibile l'accesso agli appartamenti. Sui manifesti affissi nei vari quartieri, si legge: "La casa è un diritto, non una gallina dalle uova d'oro". La banda Robin Hood, che si è fatta conoscere in tutta Italia per le sue azioni di sabotaggio, sostiene che il turismo di massa stia svuotando i centri storici delle città e allontanando i residenti, creando un ambiente urbano predatorio e disuguale.

La protesta ha suscitato reazioni contrastanti tra i cittadini e le autorità locali. Mentre alcuni appoggiano l'iniziativa degli attivisti, ritenendo che gli affitti brevi stiano effettivamente danneggiando il tessuto sociale delle città, altri condannano le azioni della banda Robin Hood, definendole atti di vandalismo che non risolvono il problema alla radice. Tuttavia, gli attivisti continuano a sostenere che il loro obiettivo sia quello di sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di regolamentare il settore degli affitti brevi, al fine di garantire un equilibrio tra turismo e qualità della vita dei residenti.

La banda Robin Hood ha dimostrato ancora una volta la sua determinazione nel combattere contro un modello turistico che ritiene ingiusto e dannoso per le città italiane.