Morte Graziano Mesina, gli amici di Orgosolo: «Non un eroe o una leggenda, qui era solo Grazianeddu»

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Inviata a Orgosolo Nella parete esterna del Centro di aggregazione sociale, in Corso Repubblica, c’è uno dei murales più famosi di Orgosolo. Una figura ieratica di anziano, barba lunga e bianca, e la scritta: “Beato il popolo che non ha bisogno di eroi”. La figura di Graziano Mesina nel suo paese era lontana dalla agiografia del bandito, lo era ormai da anni e lo è anche ora che è morto senza aver potuto realizzare il suo desiderio: chiudere i conti con la vita a casa sua. (La Nuova Sardegna)
La notizia riportata su altri media
Gianluca aveva solo 52 anni e non appena si è diffusa la notizia del suo decesso, la provincia è stata travolta da un moto di dolore, cui partecipano i tanti amici con cui condivideva la sfrenata passione per la squadra della sua città. (Frosinone News)
Oggi che Graziano Mesina è morto lui preferirebbe un silenzio rispettoso. Soprattutto perché il ruolo dell'ex super latitante sul rapimento (e sulla liberazione) di quel bambino a cui è stato persino mutilato l'orecchio non è mai stato chiarito del tutto. (Il Messaggero)
Mesina, ucciso dal cancro, trasferito di corsa dal carcere di mas… Non finisce qui, la leggenda nera di Graziano Mesina, morto ieri a Milano a 83 anni, quaranta dei quali passati in galera. (la Repubblica)

Approdata a Shengjin la nave militare Libra. Cecilia Strada: «Sbarcati in manette».È arrivata ieri pomeriggio al porto albanese di Shengjin la nave Libra della Marina militare italiana con a bordo 40 immigrati, avviando così, al quarto tentativo, la pri... (La Verità)
Sarebbe troppo facile e sbagliato perché la storia di Grazianeddu (il nomignolo affettuoso che da ragazzino gli avevano dato al suo paese, Orgosolo, e che poi s’è portato dietro per tutta la vita) non è stata soltanto una storia criminale. (il manifesto)
Graziano Mesina, il bandito sardo morto ieri a 83 anni poche ore dopo la scarcerazione per motivi di salute, lo conobbi nell’ottobre 1992. Era uscito in libertà condizionale dopo 30 anni di galera. Viveva a San Marzanotto d’Asti, ospite dei compaesani coniugi Quai, che gli avevano dato un lavoro. (Il Fatto Quotidiano)