Covid, siracusano scrive nel suo necrologio: se avessi creduto alla pandemia sarei salvo

Giornale di Sicilia INTERNO

Sembra che, prima di contrarre il covid19, non si sarebbe curato del virus e delle conseguenze di un eventuale contagio e per questo motivo ha voluto lasciare un messaggio chiaro alla sua morte

Alcuni giorni fa le condizioni di Giuca si sono aggravate e l’uomo è deceduto.

«Se avessi creduto alla pandemia, se avessi creduto al Covid, oggi racconterei un’altra storia ma non questa storia».

Le parole che Giuseppe Giuca, 66 anni, siracusano, ha voluto fossero scritte nel suo epitaffio per evidenziare che si sarebbe salvato se avesse creduto ai pericoli del virus. (Giornale di Sicilia)

La notizia riportata su altri giornali

Ero arrabbiato e nel pieno della disperazione, chiesi all’agenzia di pompe funebri di far scrivere questa cosa”. Il Covid però pare lo abbia colpito in maniera grave, per cui Eduardo è spirato nonostante avesse adempiuto alla vaccinazione. (Oltre.tv)

Alcuni giorni fa le condizioni di Giuca si sono aggravate e l’uomo è deceduto. Sembra che, prima di contrarre il covid19, non si sarebbe curato del virus e delle conseguenze di un eventuale contagio e per questo motivo ha voluto lasciare un messaggio chiaro alla sua morte (Messina Oggi)

E' la frase che si legge in un necrologio. Sembra che, prima di contrarre il covid19, non si sarebbe curato del virus e delle conseguenze di un eventuale contagio e per questo motivo ha voluto lasciare un messaggio chiaro alla sua morte (La Nuova Sardegna)

Per mesi Giuseppe non ha creduto alla pandemia e si è rifiutato di vaccinarsi. Alla fine le parole sono più che esplicite, un messaggio rivolto a tutti coloro che hanno sottovalutato e continuano a farlo il virus e l'importanza del vaccino (Il Messaggero)

Giuseppe Giuca, signore di Siracusa di 66 anni, è morto per Covid. Giuseppe Giuca avverte i negazionisti: “Non fate come me che di Covid si muore”. (Blitz quotidiano)

Se non fosse per l’epilogo questa storia farebbe sorridere. Le parole che Giuseppe Giuca, 66 anni, siracusano, ha voluto fossero scritte nel suo epitaffio per evidenziare che si sarebbe salvato se avesse creduto ai pericoli del virus (Corriere del Mezzogiorno)